di Gianluca Albanese
SIDERNO – Alla fine, i militanti del Pd sidernese hanno dato dimostrazione di essere…adulti e vaccinati. La scelta del responsabile della Struttura operativa semplice di Medicina Preventiva Pier Domenico Mammì come candidato alle Primarie per designare il candidato sindaco del centrosinistra, che avranno luogo il 22 febbraio, è una scelta matura.
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Una decisione, che dimostra anzitutto che il Pd sidernese ha abbandonato ogni velleità di autosufficienza, memore – forse – della sconfitta elettorale in città alle Regionali di novembre, quando il partito più strutturato nel territorio ha preso circa la metà dei voti del candidato consigliere di “Sinistra” Mimmo Panetta.
E allora, il Pd ha scelto fuori dal proprio apparato il candidato da opporre a un big come Pietro Fuda.
Lo ha fatto con la consapevolezza di dover pescare in quei settori della società civile (magari orientati a sinistra, come la storia politica di Mammì dimostra) e andare oltre il proprio bacino di voti.
Un bagno di umiltà che fa onore ai democrat sidernesi, che hanno scelto una persona stimata e apprezzata sul lavoro e dalle indubbie doti personali e morali.
Certo, sfidare uno come Fuda è un compito all’apparenza proibitivo, ma il Pd la partita se la gioca tutta, e anche se la necessità di esprimere un candidato espressione del circolo per via della congiuntura favorevole – il Pd governa a Palazzo Chigi, a Palazzo Alemanni e anche nella futura Città Metropolitana di Reggio Calabria – ha ispirato la non condivisione aprioristica della candidatura di Pietro Fuda, con contestuale necessità di ricorrere alle Primarie aperte di coalizione, l’apertura a un soggetto fuori dagli apparati come il medico Mammì è un bel segnale di maturità.
Chapeau.