di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA- Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria – sezione staccata di Reggio Calabria, con sentenza numero 630/2016 dello scorso 31 maggio, depositata oggi in segreteria, ha accolto il ricorso numero 839 del 2014 proposto da Gabriella D’Angelo e Giuseppa Logozzo, rappresentate e difese dall’avvocato Alberto Brugnano, contro il Comune di Marina di Gioiosa Ionica e la commissione esaminatrice in seno allo stesso Ente, del concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo pieno ed indeterminato di n. 2 posti di agente di Polizia Municipale, categoria “C”, posizione economica “C1” – settore Polizia Municipale, di cui n. 1 posto riservato al personale interno”, in persona del Presidente pro tempore.
Le due signore, che il sei ottobre 2014 avevano partecipato alla prova preselettiva, risultando le prime nella graduatoria, erano state successivamente escluse per un’asserita violazione di due articoli del verbale numero uno della commissione esaminatrice: l’articolo 12, che prevedeva che “Non sono ammesse correzioni e/o indicazioni di più risposte per ogni quesito, pena l’esclusione dal concorso”; e l’articolo 13, che
disponeva, poi, che “qualsiasi segno distintivo apposto sul questionario svolto comporterà l’annullamento di tutta la prova con esclusione dalla procedura concorsuale”.
Dunque, nonostante Gabriella D’Angelo fosse risultata la prima in graduatoria e Giuseppa Logozzo la seconda, le stesse sono state subito dopo escluse “causa correzione”.
Insomma, delle trenta domande della prova scritta a cui si erano sottoposte, le due candidate avevano risposto correttamente a 26, mentre a una singola domanda dei rispettivi questionari avevano apposto un piccolo cerchio per correggere una risposta errata data in precedenza, visto che dovevano scegliere tra più risposte (tra cui una sola esatta) del questionario per ogni singolo quesito.
Quanto basta a indurle a fare ricorso, presentando un’articolata serie di censure, tali da fare scrivere al Tar di Reggio Calabria che la loro esclusione dal concorso è illegittima, sulla scorta di una consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato, con conseguente annullamento di tutti gli atti del concorso stesso.
Dunque, avrebbe detto il buon “Ginettaccio” Bartali, pensando al concorso per l’assunzione di due vigili urbani…«L’è tutto sbagliato; l’è tutto da rifare».
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