R. & P.
Il centrosinistra e gli altri detrattori stravolgono ad arte il senso della proposta di legge regionale conosciuta come quella sul “consigliere supplente”.
Non ci può essere altra spiegazione alla campagna contro che viene portata avanti, pur sapendo di interpretare erroneamente contenuti e obiettivi.
Parlano impropriamente di “poltronificio”, di aumento di spesa, e fanno riferimento a precedenti iniziative del genere che non riuscite ad arrivare in porto.
Partiamo dal primo appunto: lo Statuto regionale calabrese prevede 30 consiglieri e 7 assessori.
La proposta di legge inserita all’ordine del giorno della seduta del Consiglio regionale convocato per lunedì prossimo non intacca minimamente le norme statutarie.
Al contrario, la proposta presentata rafforza la rappresentanza all’interno della massima assemblea elettiva della Regione.
Dovrebbe essere superfluo soffermarsi sulla questione sollevata riguardante l’aumento di spesa in caso di “consigliere supplente”.
A supporto della proposta di legge c’è una relazione finanziaria che dà la massima legittimità al provvedimento e stabilisce che nessun aumento di spesa è previsto per la nuova figura istituzionale, in caso di approvazione della stessa proposta.
E questo dovrebbe essere abbastanza chiaro soprattutto a chi ha familiarità con tali procedimenti e per chi ha avuto la possibilità di visionare anzitempo gli atti allegati alla proposta di legge.
Ma ci sentiamo in dovere di spiegarlo ai cittadini tutti, di chiarire in maniera onesta che nessun aumento di spesa contempla tale nuova legge.
Nessun impegno di spesa e, pertanto, nessuna variazione di bilancio è necessario per dare concretezza all’istituto di incompatibilità tra la carica di assessore e quella di consigliere regionale, che sta alla base della proposta di legge. La conoscenza di tutto ciò fa comprendere il comportamento di tutti coloro che anche in queste ore gridano chissà a quale scandalo, a quale beffa nei confronti dei calabresi.
Questa è solo demagogia, populismo, propaganda ingannevole.
Chi ora punta il dito contro una proposta di legge che mira principalmente a conferire agli Organi regionali la massima efficienza, sa di mentire, sa di alterare la verità.
Significa ingannare la comunità calabrese con trovate che con la realtà dei fatti non hanno nulla da dire.
Ai Cittadini abbiamo tutti il dovere di parlare il più chiaro possibile e, in questo caso, dire papale papale la verità che si conosce ma che si vuole diffondere pretestuosamente in maniera distorta.
Sembra che in Calabria sia anche difficile migliorare la democrazia, rafforzarla sempre più in direzione della volontà popolare sovrana.
Non si spiega, allora, come mai in altre Regioni da anni è in vigore una legge simile e da noi suscita, a giudizio di qualcuno, oscenità.
Allora deve essere chiaro a tutti che chi continua a parlare contro la proposta di legge che portiamo nei prossimi giorni all’esame del Consiglio regionale, lo fa con una chiara intenzione di ingannare i calabresi, coscienti di farlo.
Il dibattito nella seduta prevista, che seguirà alla mia relazione di presentazione, permetterà di tagliare ogni tipo di speculazione, ogni tipo di attacco precostituito e basato su semplici fantasie.
Giacomo Pietro Crinò
Capogruppo Forza Azzurri