R. & P.
In occasione del 25 novembre, data in cui si celebra da anni la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, su iniziativa della consigliera di Parità metropolitana Paola Carbone è stata presentata nella Sala “Perri” di Palazzo Alvaro la rete tra istituzioni e associazioni contro la violenza di genere “25 novembre e oltre”.
Erano presenti all’appuntamento le massime autorità civili reggine, il presidente della Corte d’Appello Luciano Gerardis, il procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, i vertici locali delle forze dell’ordine e numerosi esponenti del tessuto associativo di Reggio Calabria.
«Quando abbiamo pensato ad allestire questa rete così eterogenea, ci hanno detto che stavamo facendo un esperimento, qualcuno ci ha anche detto che eravamo dei pazzi, perché mondi così diversi non possono stare insieme – ha affermato la consigliera di Parità in apertura d’incontro –. All’inizio, abbiamo avuto tutti la sensazione di parlare lingue diverse, sì; ma la verità è che, siccome tutti abbiamo gli stessi obiettivi, poi stare insieme è molto facile. E “facendo insieme” i risultati non sono semplicemente moltiplicati, ma diventano esponenziali».
Tra i numerosi interventi susseguitisi, ha emozionato quello di Emanuela De Vito, componente della Cpo, la Commissione Pari opportunità metropolitana. «Io ci ho provato, a denunciare. Nel 2005 – è stata la sua pubblica testimonianza –, subii sulla mia pelle un tentato femminicidio, a coltellate: solo la bravura dei sanitari degli Ospedali Riuniti ha impedito che questo scellerato progetto si realizzasse». Ha rilevato però Emanuela De Vito di essersi sentita «libera», una volta compreso d’essere sopravvissuta nonostante le gravi ferite riportate; «mi sono invece sentita entrare in una “gabbia” – ha scandito – quando ho avuto a che fare con la Giustizia, dovendo affrontare i tre procedimenti incardinati contro il mio carnefice: quello principale per tentato omicidio, un secondo per sequestro di persona e un ultimo per lesioni personali.
«Pure la mia esperienza mi porta, purtroppo, a dire che non c’è un vero supporto alle vittime da parte dello Stato – ha aggiunto la De Vito –. Avere un magistrato che in Aula ti difenda quando certi avvocati ti fanno sentire la causa di quanto accaduto anziché la vittima incolpevole, avere accanto il sostegno dello Stato per sentirsi dire: “Ti aiutiamo noi” per le spese mediche, per quelle processuali sarebbe invece un’arma importante per convincere a uscire allo scoperto tante donne che, ancor oggi, subiscono in silenzio».
«Certamente, l’attenzione che le istituzioni dedicano al tema della violenza sulle donne non dev’essere limitata al breve volgere di una sola giornata – è stata la riflessione del sindaco Giuseppe Falcomatà –. In giunta comunale noi abbiamo scelto emblematicamente proprio la giornata odierna per approvare, su proposta dell’assessore Lucia Nucera, un Osservatorio comunale su Pari opportunità, inclusione sociale e su tutte le forme di discriminazione e di violenza. Non so se poco, ma è l’approccio culturale che serve – ha fatto presente il primo cittadino –, quello volto alla sinergia istituzionale e al “fare rete”, consentendoci di ottenere una “mappatura” su tutti questi fenomeni, ma anche di fare monitoraggio, educazione, formazione, condivisione di esperienze che troppo spesso rimangono patrimonio esclusivo di chi le ha vissute direttamente. Inoltre, visto che nei prossimi giorni, inizierà il processo per i fatti che hanno visto coinvolta la nostra Maria Antonietta Rositani, come Comune e come Città metropolitana abbiamo sancito che ci costituiremo parte civile: forse una scelta banale, ma su cui è importante mettere l’accento nella misura in cui ci fa capire che, culturalmente, qualcosa forse sta iniziando a cambiare in questo territorio».
Il primo cittadino ha peraltro esortato accoratamente a operare i dovuti “distinguo”: «Di sicuro non tutti gli uomini sono nemici delle donne – ha osservato l’amministratore –. È vero che la violenza di genere ha luogo per mano di barbari, di uomini che certo non amano le donne e su di loro sfogano tutte le proprie frustrazioni, però ci sono anche uomini che lottano accanto alle donne, e io vorrei che questa giornata assumesse anche questa consapevolezza: la battaglia contro la violenza di genere non è settoriale, ma ci vede tutti impegnati in prima persona, perché solo con un impegno diretto possiamo veramente cambiare le cose».