di Francesca Cusumano
LOCRI- Dopo le dimissioni irrevocabili di Vittorio Zadotti consigliere e vicepresidente del CdA del Consorzio Termale Antonimina-Locri “Acque Sante”, oggi apprendiamo che anche il revisore dei conti dell’Ente Rocco Nicita, rinuncia al proprio incarico.
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Come il manager romano che, con una lettera indirizzata al presidente del CdA Francesco Macrì e ai due membri dell’assemblea dell’Ente Termale Giovanni Calabrese e Antonio Condelli, spiegava che<<L’impegno mi è divenuto impossibile a causa di altre inaspettate incombenze intervenute nella mia attività privata, che devono essere seguite con diligenza e mi impedirebbero la stessa attenzione e dedizione per l’Ente termale che ho imparato ad apprezzare>>, anche Nicita con una missiva rassegna al presidente dell’assemblea Condelli le dimissioni dall’incarico di revisore dei conti, <<Per crescenti impegni di lavoro. Ringrazia per la fiducia a suo tempo accordatagli>>.
Di certo un brutto colpo, se consideriamo che questa doppia “perdita” avviene a distanza di circa venti giorni l’una dall’altra con motivazioni pressochè simili.
Un Ente quello delle “Acque Sante”, il cui quadro economico-finanziario come già illustrato nella seduta del civico consesso del 12 marzo scorso dallo stesso Zadotti,non era dei più rosei, con debiti che al 10 marzo di quest’anno ammontavano a 1.212.600,33 euro, con crediti pari a 369.820,20 euro e un disavanzo di 842.780,13 euro ; un problema per il proprietario dell’immobile del call center della “Call&Call Lokroi”, di origine puramente “strutturale”.
Del resto, risanare la situazione economico- finanziaria del Consorzio, ha rappresentato uno degli obiettivi prefissati dal CdA nonchè il potenziamento degli attuali servizi erogati e la previsione di nuovi finalizzati al rilancio dello struttura con il recupero dello storico stabilimento; l’avviamento di un adeguato piano di marketing; la promozione e l’adozione di un serio progetto di restyling globale per realizzare uno stabilimento termale di eccellenza, per un ritorno positivo nello sviluppo del turismo termale e sull’economia del territorio.
Nonostante però le tante attività intraprese in questi mesi di lavoro per il rilancio della struttura, una delle proposte strategiche avanzate da Zadotti per convenire alla soluzione delle criticità emerse (poi ripresa anche nella sua lettera di dimissioni), riguardava la privatizzazione <<In questi mesi di lavoro appassionato- la privatizzazione rappresenta l’unica via possibile per il reale sviluppo del termalismo in Italia>>.
E chissà che, alla fine, non si valuti questa possibilità. Staremo a vedere.