di Gianluca Albanese
LOCRI – “No all’allarmismo, sì allo stato di allerta, perché quello che si sta diffondendo è un virus pandemico che localizza nei polmoni e, nei soggetti predisposti, arreca seri danni proprio a livello polmonare”.
In queste ore in cui si legge (e si scrive) di tutto e in cui i supermercati anche da noi vengono presi d’assalto da persone in preda alla paura della quarantena, Lente Locale ha preferito consultare il medico che in questi anni, più di ogni altro, tramite questa testata giornalistica ha costantemente tenuto a informare i lettori sull’importanza della prevenzione e della vaccinazione.
Ci riferiamo, ovviamente, al medico locrese Nicola Rulli che ha anzitutto spiegato che “Virus pandemici come il cosiddetto “corona-virus” emergono ogni 10/15 anni e si sviluppano, trasmettendosi, perché trovano impreparato il sistema immunitario delle persone, sebbene si tratti di un virus che ha un involucro e degli aculei come quelli di un riccio e derivi dagli animali, prima di avere attecchito nel genere umano. La malattia che deriva dalla trasmissione del virus – ha aggiunto il dottore Rulli – varia a seconda dei soggetti colpiti: in base alle attuali evidenze scientifiche, infatti, pare che sia meno violenta per i bambini colpiti e per gli adulti sani, mentre può diventare devastante negli anziani fragili, negli ammalati e negli adulti con scarse difese immunitarie, come dimostrano i casi di decessi fin qui avvenuti, pari a meno del 2% della popolazione colpita. In Italia e in Calabria abbiamo, in ogni caso, personale sanitario preparato e anche le strutture efficienti e capaci di affrontare questo tipo di malattie”,
Ma quanto tempo ci vorrà per avere un vaccino efficace? Il medico Rulli non s’illude.
“Dagli otto ai dodici mesi, non prima. Ed è un peccato perché la prevenzione, come ribadisco da tempo, è il vero e proprio gold standard: basti pensare che chi ha fatto a suo tempo il vaccino antinfluenzale avrà mantenuto un organismo più forte di chi non si è vaccinato e potrebbe aprire le porte al nuovo virus detto “corona virus”. Un organismo forte si difende meglio, mentre anziani, malati e chi ha già un’influenza in corso è più vulnerabile”.
Come si sta affrontando l’emergenza nella Locride?
“Come medico di base sono orgoglioso di appartenere a questa categoria. La gente ci tempesta di chiamate e richieste di informazioni e di visite, mostrando fiducia nella presenza capillare come la nostra, la cui efficienza deriva, però, anche dalla deficienza di altri: il 50% delle telefonate arriva da persone che dopo aver contattato l’ASP o i centralini telefonici adibiti, non ha trovato risposte né interlocutori. La cosa grave è che, a oggi, non abbiamo la possibilità di fare un tampone per scoprire se chi avverte certi sintomi o è appena tornato dal Nord abbia il virus in corpo. L’Asp non ce li fornisce e qualcuno li cerca a Catanzaro o nelle altre città della Calabria, ma stanno finendo, e questo non va bene. Bisognerebbe dare più strumenti alla medicina del territorio, quella dei medici generici e dei pediatri, che in questa fase (e non solo) svolge un ruolo centrale”.
Quindi, dottore, cosa bisogna fare?
“Innanzitutto, bisognava limitare se non addirittura bloccare gli ingressi delle persone potenzialmente affette dal virus nel nostro Paese e non posso negare come la situazione della Calabria sia assolutamente simile a quella delle regioni del Nord laddove si sono chiuse da oggi le scuole e si sono annullate le manifestazioni pubbliche più affollate. In queste ore, parecchi nostri conterranei che studiano e lavorano al Nord stanno tornando in massa nella terra d’origine, e nulla esclude che possano essere venuti in contatto con persone affette da un virus che credo che sia già tra di noi, perché molti malati non sono stati preventivamente controllati col tampone. L’unica forma di prevenzione è la quarantena, unita a una maggiore consapevolezza e coscienza civile, oltre alla diagnosi precoce dei soggetti potenzialmente infetti”.
Intanto, il Presidente del Consiglio ha bloccato l’ordinanza della Regione che prevedeva la chiusura delle scuole già da domani…
“Conte non può obbligare una regione a non chiudere le scuole, specie se il Governo nazionale non riesce in molti casi a garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria”.