di Emanuela Alvaro
LOCRI – Nella sala del consiglio comunale i rappresentanti del Corsecom hanno chiesto e proposto ai sindaci una collaborazione per la risoluzione degli atavici problemi del territorio. Un incontro dal quale è emersa chiara la difficoltà di interagire e arrivare a seguire un percorso condiviso che possa finalmente far cambiare idea a quanti, non pochi, si dicono convinti che, qui nella Locride, nulla mai cambierà perché ognuno a testa bassa, con i paraocchi genetici, cerca solo di ottenere quanto necessario per la coltivazione diretta del proprio orticello.
Apprezzata l’idea e l’impegno del Corsecom, ci si è chiesti immediatamente: funzionerà veramente questa formula? E cosa la distingue da tutte le altre e da tutti i “tavoli” proposti fino ad ora? A distanza di quindici giorni, il tempo che si sono dati per, quanto meno, approcciarsi ad uno dei problemi, quello sanitario, si capirà se si sta andando nella direzione giusta.
Per il momento dallo scambio con i sindaci, nello specifico dalle parole di Pietro Fuda, di Giovanni Calabrese e di Ninì Scordino, ad emergere una situazione generale per la quale a livello nazionale non si sta dando, come sempre accaduto, il giusto peso. Per far comprendere bene lo stato reale della questione, quanto poco peso politico abbia la Locride, Fuda ha raccontato quanto successo nel corso della riunione, l’ennesimo tavolo nazionale per la risoluzione dei problemi del territorio, nello specifico nulla, anzi ancor peggio.
I sindaci che hanno deciso di recarsi a Roma si sono trovati di fronte a rappresentanti di un Governo che, specificando in prima battuta di non aver soldi da spendere, si sono posti in un ruolo predominante e di superiorità, anche forse per la difficoltà, forse perché non ben compatti nell’esposizione dei propri interventi, di far emergere la fotografia reale di un territorio che, per Fuda, è comodo lasciare isolato.
Il sindaco di Siderno è andato oltre, attribuendo ad un primo cittadino in particolare, senza fare ufficialmente nomi, di aver anticipato quanto i primi cittadini sarebbero andati ad esporre, una fantomatica “lista della spesa” degli interventi da richiedere. E rivolgendosi ai rappresentanti del Corsecom, ha sottolineato la necessità di coordinazione e confronto in prima battuta tra i sindaci, per poter interagire, solo dopo, con gli altri attori del territorio.
Uno stato di cose ribadito da Calabrese il quale ha chiesto al presente Giorgio Imperitura, presidente dell’Assemblea dei sindaci, di convocare nel più breve tempo possibile, cosa che sarebbe già dovuta accadere anche in occasione della manifestazione per la sanità, una riunione per fare il punto su quanto emerso a Roma e capire se e cosa presentare al Governo nazionale, per ottenere che da un confronto possa scaturire qualcosa di veramente concreto.
Analisi di una situazione che, a chi rappresenta questa Locride, riesce anche fin troppo bene, ma che si ferma lì senza andare nello specifico, ma soprattutto nel concreto per fare il salto di qualità. Questo ha sottolineato Ninì Scordino, ex sindaco di Bianco “veterano” e testimone di una politica altalenante.
Tanti gli argomenti sui quali si è discusso anche il Centro Servizi Turistici che avrà sede nel Palazzo della Cultura. Anche su questo l’idea del sindaco Calabrese è stata chiara. Agli imprenditori turistici presenti ha chiesto uno sforzo collettivo per l’individuazione di una gestione valida con professionalità che, nel settore, abbiano veramente esperienza.
In troppi casi le opportunità per la Locride si sono liquefatte proprio per la presenza di persone improvvisate. Occasioni perse definitivamente a causa dell’”armiamoci e partite” tipico di un pressapochismo, marchio di fabbrica di una generazione convinta di potersi cimentare in qualsiasi settore.