R. & P.
Il nostro territorio, ad oggi, è stato in un certo qual modo risparmiato da questa ondata epidemica di Covid-19.
Le esperienze maturate nelle Regioni, che per prime e più di altre sono state interessate dalla diffusione del virus, possono essere di aiuto per migliorare le strategie messe in campo per far fronte all’emergenza.
L’ultima circolare del Ministero della Salute (n° 7865 del 25.03.2020), che aggiorna le linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza Covid-19, interviene sulla scelta dei luoghi di cura specificando che essa deve puntare ad individuare e attrezzare ospedali/padiglioni dedicati solo al Covid-19.
Solo in casi eccezionali, laddove questo non sia possibile, i percorsi clinico-assistenziali e il flusso dei malati devono, comunque, essere nettamente separati. L’attenzione alla separazione dei percorsi è fondamentale, come insegnano le esperienze fin qui maturate, per ridurre al minimo il rischio di contaminazione ambientale e di trasmissione del Covid-19. Con un solo Ospedale di riferimento in tutto il territorio, l’ipotesi di una sua conversione in hospital Covid dedicato non poteva di certo essere accettata e, grazie alla netta presa di posizione contraria, registrata a tutti i livelli, è stata accantonata. Abbiamo, quindi, il problema di prestare massima attenzione alla separazione dei percorsi dei pazienti che arrivano al Pronto soccorso.
A riguardo ad oggi, continuiamo a manifestare le nostre perplessità dovute al fatto che il percorso illustrato, accompagnato dalla spiegazione del direttore sanitario, sia diretto a pazienti sospetti Covid, mentre il percorso cosi come spiegato dal consigliere regionale, sembra diretto non a pazienti Covid, bensi a tutti i pazienti che arrivano al ps e devono essere poi successivamente ricoverati nei reparti di competenza.
La confusione di comunicazione non certo aiuta in questo momento di emergenza ma solo aggrava la situazione, non chiarendo come il personale sanitario sia tenuto a procedere.
Invitiamo a una maggiore chiarezza ed a procedere nell’immediatezza all’adeguamento delle stanze predisposte per un’eventuale accoglienza che da quanto emerge, versano ancora allo stato iniziale.
Come Comitato civico “Difendiamo l’Ospedale”, nei giorni scorsi, abbiamo chiesto alle Istituzioni competenti informazioni sul percorso del paziente sospetto Covid che arriva all’Ospedale di Locri, convinti che la predisposizione di una chiara procedura operativa, su un aspetto così rilevante, sia di fondamentale importanza per dare tranquillità e sicurezza anche ai cittadini.
Siamo consapevoli e profondamente rispettosi delle difficoltà in cui si sta operando, a tutti i livelli, ma riteniamo anche che le valutazioni, i suggerimenti e le proposte, che tengono conto del punto di vista dei cittadini, possono essere di aiuto a chi deve fare scelte e prendere decisioni.
Un altro aspetto che, al momento, ci sembra molto critico riguarda la problematica dei tamponi e, in particolare, i lunghi tempi di attesa necessari per avere la risposta, data l’attuale centralizzazione nei laboratori di riferimento a Reggio Calabria ed il notevole carico di lavoro.
Oltre al laboratorio di microbiologia e virologia del Grande Ospedale Metropolitano, di recente, l’ASP di Reggio Calabria ha provveduto all’autorizzazione di un secondo laboratorio presso il Polo sanitario territoriale di Reggio Nord.
Su questo punto, la circolare del Ministero della Salute n° 11715 del 03/04/2020, infatti, prevede che possono essere individuati laboratori aggiuntivi. Gli attuali test rapidi validati, completamente automatizzati, consentono, dal momento in cui viene prelevato il campione con un tampone rinofaringeo, di ottenere il risultato in meno di un’ora.
Considerato che l’utilizzo di questi test sarà ampliata, oltre che a scopo diagnostico anche per necessità di tipo epidemiologico, ci sembra che esistono le condizioni per un coinvolgimento diretto del Laboratorio di Microbiologia del nostro Ospedale. I tempi necessari per l’iter procedurale di autorizzazione, come ha già fatto l’ASP di Reggio Calabria per il Laboratorio territoriale di via Willermin, possono essere brevi, considerato lo stato di emergenza. Con l’impegno di tutti possiamo farcela. Proviamoci.