“Pirola” ed “Eris” che cosituiscono le nuove varianti subentrate a “Kraker” ed “Arturo” nelle loro, naturali, evoluzioni, che però, stando a quanto dichiarato dai ricercatori italiani, “non destano particolari preoccupazioni”. E se “non destano particolari preoccupazioni” perché mai si è iniziato a parlarne con particolare insistenza? Qualcuno ha adombrato il sempre verde discorso legato alla somministrazione dei nuovi sieri che sarebbero pronti già da diverse settimane, pronti ad inondare il mercato durante il periodo autunnale ed invernale, che però non incontra il favore dei cittadini, stanchi da quanto accaduto a causa del Coronavirus.
di Antonio Baldari
Toh, chi si rivede! È il Covid 19, aggiornato nelle sue varianti in circolo dopo “Omicron”, che avevamo lasciato circa un anno fa, il tanto temuto virus che lutto e milioni di morti ha generato in tutto il mondo; dopo un periodo di relativo “riposo”, per così dire, ecco che negli ultimi dieci giorni la percentuale di rialzo dei casi si è clamorosamente attestata attorno al 50 per cento in tutta Italia, Calabria compresa (con il comprensorio della Locride che ha visto l’insorgenza di nuovi casi un po’ a macchia di leopardo nelle sue realtà locali, ndr) , con “Pirola” ed “Eris” che costituiscono le nuove varianti subentrate a “Kraker” ed “Arturo” nelle loro, naturali, evoluzioni, che però, stando a quanto dichiarato dai ricercatori italiani, “non destano particolari preoccupazioni”.
E se “non destano particolari preoccupazioni” perché mai si è iniziato a parlarne con particolare insistenza? Qualcuno ha adombrato il sempre verde discorso legato alla somministrazione dei nuovi vaccini, contro il diffuso virus della Sars-Cov 2, che sarebbero pronti già da diverse settimane, pronti ad inondare il mercato durante il periodo autunnale ed invernale, posto che, come diceva quel vecchio politico di razza, qual è stato Giulio Andreotti, “A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca!”; di fatto, cavalcando l’onda della propagazione dei nuovi dati sulla crescita esponenziale delle succitate, nuove, varianti Covid 19, il decorso 8 settembre il ministero della Salute ha emanato una circolare, la n. 3000088, avente ad oggetto “Indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2023/2024 anti Covid-19”con la quale “si raccomanda attivamente” la somministrazione dei nuovi vaccini: cosa può voler significare?
Sul web è già cominciato il tam tam che concerne proprio questo passaggio che dovrebbe voler significare, ad interpretarlo in senso più ampio, “adoperarsi”, “agire”, ergo una sorta di non più di tanto velato “obbligo vaccinale” per le categorie indicate in allegato alla suddetta circolare ministeriale, leggasi anziani, fragili, donne in gravidanza e via di questi casi, ed anche per coloro i quali sono interessati da eventuale “dose di richiamo al fine di massimizzare la protezione per la stagione autunno/inverno 2023/2024 – si legge nel soprarichiamato documento ministeriale – raccomandata a distanza di 6 mesi dall’ultima dose di vaccino anti Covid 19 ricevuta o dall’ultima infezione, a prescindere dal numero di eventi pregressi (dosi ricevute o diagnosi di infezione)”.
E quindi in riferimento pure ai guariti da Covid 19 per i quali però, allo stato, non vi sono le cosiddette “evidenze scientifiche” secondo cui ci si deve sottoporre alla somministrazione del vaccino, per una malattia che, da più parti ormai, viene definita ancora meno di un raffreddore; secondo i bene informati, la verità vera è insita nel timore di un vero e proprio “flop” nel quale le grandi case farmaceutiche e/o produttori andrebbero ad incorrere visto e considerato il fatto che la gente è molto stanca del periodo degli ultimi tre anni, essendo rimasta segnata da quanto accaduto a causa del Coronavirus, in special modo ai tanti misteri ad esso connesso, non ultimi quelli giustappunto insiti nelle prime somministrazioni di vaccino del 2020.