di Gianluca Albanese
LOCRI – Dopo una prima breve fase in cui le dosi di vaccino anti CoVid sono state fornite anche ai medici di medicina generale, con tempestività e solerzia è stata interrotta di fatto la fornitura agli stessi, nella provincia di Reggio Calabria, mettendo in atto una serie di procedure nei fatti irrealizzabili. La denuncia arriva dal medico locrese Nicola Rulli, che da anni conduce, insieme a tanti colleghi, una incessante attività di educazione alla prevenzione che passa, inevitabilmente, dalle vaccinazioni.
“A metà Maggio – spiega il dottore Rulli a Lente Locale – avevo somministrato una sessantina di dosi di vaccino “Moderna” a pazienti allettati e over 80 e 90. Dopo questa prima fornitura ne avevo chieste altre, almeno un centinaio a settimana, ma né a me, né ai colleghi del territorio metropolitano di Reggio Calabria ne sono state fornite altre.
Sinceramente non mi spiego il motivo.
Oggi il segretario provinciale del nostro sindacato di categoria ha minacciato la serrata, perché nelle altre province calabresi i vaccini vengono forniti ai medici di medicina generale già da tempo, che sono gli unici che senza clamori e con un impegno quotidiano, fanno prevenzione per portare risultati in termini duraturi a medio e lungo termine. E invece – aggiunge con amarezza – la nostra categoria professionale viene ostacolata e deve lottare contro disinformazione e una certa politica che negli anni precedenti conduceva le proprie campagne contro i vaccini”.
Oggi, con l’attività ridotta di ospedali (per i pazienti non acuti) e poliambulatori cresce la richiesta da parte dei pazienti di prestazioni e aiuto dal medico di famiglia, che in questa fase viene privato delle dosi di vaccini da somministrare, ma al quale si chiedono compiti quasi burocratici, come la compilazione delle schede anamnestiche per chi si sottoporrà alla vaccinazione negli hub o negli altri canali.
Secondo il dottore Rulli “Tutto ciò genera due gravi conseguenze: bloccare la somministrazione dei vaccini da parte dei medici di medicina generale è un disonore per una società civile perché corrisponde a un’elusione delle competenze; poi, viene impedita la libertà di scelta del paziente che in genere preferisce che sia il proprio medico curante a somministrargli il vaccino, per l’ovvio rapporto di fiducia che intercorre tra medico e paziente. Nel panorama sanitario vaccinale sono previste diverse strutture vaccinali e mi chiedo perché viene impedita di fatto la vaccinazione presso il proprio medico. Bloccare la libertà di scelta non è democratico”.
E mentre, in questi giorni, nelle nostre strade capita d’imbattersi in un mezzo condotto da militari che vanno a somministrare i vaccini a domicilio, il dottore Rulli conclude dicendo che “L’unico esercito che va messo in campo nella campagna di vaccinazione è quello dei medici di famiglia, per ovvie ragioni di presenza capillare sul territorio, competenza e prossimità”.