di Redazione
SIDERNO – Un nuovo fenomeno ha penetrato la riservatezza delle mura domestiche, pratica apprezzata da migliaia di italiani in formato online ma che ha difficoltà a trovare spazio in circoli e sale da gioco. Cresce il poker esercitato in abitazioni e associazioni private della provincia di Reggio Calabria. Il trend, da diversi anni, investe, l’intero territorio nazionale, ma ogni tentativo di regolamentazione del poker live ha fallito. Un braccio di ferro tra realismo e ipocrisia politica sfociato in uno stallo che dura da anni.
Il mondo della politica non ha ancora assunto una posizione netta in merito, la questione ha subito una serie di proroghe che hanno spostato temporalmente una risoluzione condivisa. Intanto la realtà degli appassionati, con particolare riferimento al pubblico calabrese, cerca delle soluzioni concrete per sperimentare dal vivo quello che online è già un’attività completamente legale e accessibile a chiunque (purché abbia compiuto la maggiore età).
La regolamentazione del gioco dal vivo è in stallo da quasi 5 anni, non si sono mai create le condizioni affinché il bando di concorso relativo alla distribuzione di 1.000 licenze per operare nel poker dal vivo, nonostante sia stato approvato, abbia trovato attuazione. I governi degli ultimi 15 anni, dimostrando una chiara disparità di trattamento, hanno speso energie e impegno per la legalizzazione di ogni tipologia di gioco, fatta eccezione appunto del poker, considerato un tabù.
Ma allora come mai in tanti si avvicinano al tavolo verde, ormai sdoganato dal fronte online? Che i numeri siano in aumento in Calabria, sia nei circoli privati che nelle sale da gioco virtuali, possiamo evincerlo da diverse fonti. E se è più complesso valutare i dati diffusi sul gioco presuntivo correlato ad abitudini considerate illecite, più facile è appurare i grandi fenomeni del poker online. Uno dei maggiori esponenti di questa disciplina è proprio un calabrese, di Anoia (Reggio Calabria). Stiamo parlando di Domenico Drammis, player di 25 anni che ha fatto del poker la sua professione, affrontando sia tornei virtuali, principalmente su PokerStars, dove è noto con il nickname “ddomenico”, sia in rassegne live, quali l’Italian Poker Tour (17esimo nella tappa di Nova Gorica e terzo in quella di San Marino).
Come mai i player calabresi, e con loro tutti i giocatori italiani, devono limitarsi alle modalità online di questo gioco? Forse non molti sanno che la Corte di Cassazione, in più di un’istanza, ha dichiarato che i tornei di poker sportivo figurano nell’ambito dei giochi di abilità, come gli scacchi ad esempio, e non in quello dei giochi d’azzardo. Posizione ufficiale assunta dalla magistratura che ha permesso la riapertura di tanti circoli privati posti sotto sigillo dalle questure.
Ora resta da capire se le autorità politiche, rilevando un trend in costante crescita, decideranno di prendere delle misure normative adeguate oppure lasceranno prosperare una realtà che vive nell’ombra, priva, nella maggior parte dei casi, dei criteri di trasparenza e sicurezza. Il quadro è ancora aperto ma è sicuramente tortuosa la strada che porta alla soluzione.