di Antonella Scabellone
LOCRI- La longa manus della ‘ndrangheta sugli appalti pubblici dei nuovi tratti della Statale 106. Una società sotto la lente d’ ingrandimento degli inquirenti: la Gioiosa srl, aggiudicataria di un lotto per l’edificazione di una variante di collegamento. E’ stato questo l’argomento centrale dell’ udienza odierna del processo Crimine, che si sta celebrando innanzi al Tribunale di Locri dove, questa mattina, su richiesta del Pm De Bernardo, è iniziato l’esame degli imputati. I primi a deporre sono stati tre tecnici, attualmente a piede libero, che hanno diretto i lavori della 106: Michele Capasso, Guido Cillo e Nicola Perrotta. Il Tribunale comunque, prima di procedere all’ audizione degli imputati, sciogliendo una precedente riserva, ha ammesso l’escussione dei pentiti Giuseppe Costa, Paolo Iannò e Consolato Villani, che saranno sentiti prossimamente, essendo stata considerata necessaria la loro testimonianza per chiarire determinate posizioni processuali.
In apertura, dopo un rapido esame di alcuni testi dell’accusa (l’appuntato Messina, il brigadiere Mantella, il contabile Ippolito e la direttrice di banca Corsaro), che hanno fornito dei chiarimenti su alcune circostanze di causa, si è passati all’ interrogatorio dei tre imputati che hanno acconsentito a sottoporsi alle domande del Pm. Prima di loro Francesco Agostino, Giuseppe Bruzzese e Vittorio Barranca si sono avvalsi della facoltà, prevista dalla legge, di astenersi dal deporre.
E’ stata nel complesso un’udienza molto tecnica, in cui la pubblica accusa ha cercato di fare chiarezza sull’attività della società consortile preposta ai lavori di completamento della 106, in particolare sui contratti conclusi, dai sub appalti, ai contratti di fornitura dei materiali, fino alla gestione della contabilità. I tecnici devono difendersi dall’accusa di frode e truffa, in concorso con altre persone, nell’esecuzione del contratto di appalto concluso tra l’ Anas e la Gioiosa società consortile srl.
Lungo e articolato l’esame del geometra Michele Capasso, 72 anni, dal 2007 Presidente del Consiglio di amministrazione della Gioiosa srl . Il Pm si è soffermato in particolare sulla circostanza che il contratto di appalto prevedeva la realizzazione di pali tradizionali per l’edificazione della variante, laddove poi però, invece, sono stati realizzati pali tipo trelicon, con eliche, molto più costosi. Il geometra ha chiarito che i pali in trelicon si prestavano meglio alla morfologia del terreno, per certi strati abbastanza duro e difficile da penetrare, e che tutti i contratti, compresi quelli della assunzioni dei dipendenti, venivano vagliati dall’Anas. “Abbiamo rispettato il protocollo di legalità- ha detto Capasso- all’Anas venivano mandati i certificati antimafia delle aziende e dei carichi pendenti degli operai”. Il conferimento di incarichi ad aziende fuori provincia è stato giustificato dall’imputato in quanto “ per alcuni lavori, tipo il ferro lavorato, in zona non c’era nessuno in grado fornirli”. Relativamente ai rapporti con gli altri imputati Capasso ha ammesso di aver conosciuto Ernesto Mazzaferro in occasione dell’assunzione dell’incarico ai vertici della Gioiosa cooperativa allorquando questo, in quanto titolare di una ditta edile, gli chiese se c’era possibilità lavorare nei cantieri che di li a poco sarebbero sorti. “Gli dissi che lavoravo con garanzie antimafia, e che doveva darmi certificazione se voleva concorrere-ha chiarito il geometra”. Sui rapporti di conoscenza con Rocco Aquino ha ammesso di averlo visto varie volte nell’hotel in cui alloggiavano gli operai, e di essersi lamentato con lui per il fatto che l mensa era piuttosto scadente. Questi sarebbero stati gli unici contatti tra i due. E’ stata poi la volta del tecnico Guido Cillo, direttore tecnico della società “Fondazioni speciali”. Cillo, che era stato incaricato di procurare alcune macchine a noleggio per l’esecuzione dei lavori, ha ammesso che ai costi iniziali preventivati se ne sono aggiunti ulteriori per prestazioni extra contrattuali, a fronte di lavori che invece procedevano a rilento. A lui la pubblica accusa ha attribuito l’avallo di preventivi “gonfiati” per i pali in trelicon, contestandogli in particolare un’intercettazione a riguardo.
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