di Antonella Scabellone
LOCRI – Si avvia alla conclusione il processo Crimine, dove oggi sono continuate le arringhe difensive secondo un fitto calendario che si completerà il prossimo 8 luglio.
Per Antonio Futia è intervenuto l’avvocato Maurizio Punturieri che ha innanzitutto contestato l’attribuzione al proprio assistito del reato associativo, in quanto “dall’inchiesta non è risultato né che lo stesso avesse cariche di ‘ndrangheta né che svolgesse (e quale fosse) attività funzionale all’associazione”. Il legale ha evidenziato che l’imputato, che per l’accusa era il braccio destro del “mastro” Giuseppe Commisso nell’esercizio dell’attività estorsiva, aveva in realtà una ditta di trasporti, ed è stato dipendente anche dell’odierna Calcementi jonici. Punturieri ha così contestato l’attendibilità dei pentiti Costa e Oppedisano. Riguardo al primo, ha sostenuto che «Costa non conosceva, come invece ha voluto far credere, personalmente Futia, in quanto non riferisce nulla dell’attività lavorativa svolta dallo stesso, non sa dire dove abitava (parla di contrada Lamia ma in realtà questo viveva in via Garino, distante dalla prima circa 2 Km), e i suoi racconti sono pieni di “non so, non ricordo..” Costa dice di essere a conoscenza che Futia era vicino alla famiglia Commisso, probabilmente perché lo ha appreso nel processo-ha concluso Punturieri- aria fritta insomma le sue dichiarazioni e niente più». Per la difesa di Futia anche il pentito Oppedisano è inattendibile «in quanto racconta fatti appresi dai giornali e non di sua diretta conoscenza».
E’ intervenuto anche l’avvocato Antonio Mittica, legale di Vittorio Barranca, che ha sottolineato l’estraneità del proprio assistito, fino ad oggi incensurato, ai contesti criminali, tanto più al locale di Caulonia, di cui, invece, secondo l’accusa, sarebbe stato il reggente; ipotesi non credibile, invece, per la difesa, dato che Barranca vive e risiede a Siderno dal 1986.
La difesa di Francesco Marzano ha contestato invece alcune intercettazioni e le dichiarazioni del pentito Giuseppe Costa in merito alle frequentazioni dell’imputato.
Per Antonio Commisso classe ’25 è intervenuto l’avvocato Sandro Furfaro, che ha contestato l’attendibilità di alcune intercettazioni «dove è facile che si compiano errori di persona, specie nei casi di omonimia». Il legale a tal proposito ha evidenziato che per un errore di persona il suo assistito è stato prima condannato e poi assolto in appello nel 1995. Anche Furfaro ha messo in dubbio l’attendibilità dei pentiti, in particolare di Costa, «appartenente a una famiglia da sempre contrapposta a quella dei Commisso».
Tra gli interventi anche quello dell’avvocato Antonio Nocera, difensore di Francesco Agostino, per il quale ha contestato l’imputazione di truffa all’Anas per i lavori della variante alla statale 106 a Marina di Gioiosa. Il processo è stato aggiornato a domani per le altre arringhe.