di Redazione
CASIGNANA – «Benedetto smottamento»…verrebbe da dire . Perchè nella delibera della Giunta Regionale del 21 di ottobre la discarica di Casignana viene ancora indicata come capace di accogliere altri duecentomila metri cubi di rifiuti solidi urbani. Cosicchè Oliverio a Locri ne ha comunicato la sua chiusura, in seguito al sopralluogo del capo della Protezione Civile Calabria Tanzi che ha visionato dall’elicottero la frana che interessava la discarica. Certo, in Quarta Commissione del Consiglio, ancora la messa in sicurezza non sembra escludere l’ampliamento, ma non si potrà proprio fare differentemente.
In questi giorni di dibattiti caldi sulla stampa e sui social network, parla Pietro Crinò, ex sindaco di Casignana. «E’ necessario – premette Crinò – fare chiarezza su tutto, anche per tagliare le unghie a chi cerca di graffiare e di far male, inutilmente però. Si insiste con strumentalizzazioni e mala informazione. Relativamente all’amministrazione di Casignana, questa attuale e quelle precedenti (sono state intervallate dalla deleteria parentesi commissariale di aprile 2013 sino al maggio 2015 che si e’ caratterizzata per la mancanza di qualsiasi intervento sul sito), Magistratura e Arpacal hanno sempre escluso (e noi rispettiamo i responsi che vengono dalle Istituzioni) forme d’inquinamento significative per via del percolato, perchè ne è stato garantito fin dall’apertura dell’impianto il corretto smaltimento – la sentenza del processo Black Garden che si è conlusa con l’assoluzione di molti indagati, tra i quali il sindaco pro tempore, sia in fase d’indagine che dibattimentale non ha accusato alcun problema legato ad inquinamento dei terreni circostanti, nè di falde acquifere che li’ non ci sono -. Quando si e’ stati “sopraffatti” da eventi alluvionali (ovvio che sono diventate piu’ consistenti le spese per lo smaltimento del percolato) e da errori strutturali dai quali è esente l’amministrazione, i limitati sversamenti non hanno danneggiato niente e nessuno. Ora si metta una pietra tombale sulla discarica , non prima di averla messa in sicurezza, risolvendo in primis il problema delle vasche»
Fin qui la lunga premessa. Arriva anche una puntualizzazione dal sapore polemico … «No: politico, – dice Pietro Crinò – l’Amministrazione comunale ha lasciato ai commissari crediti per tre milioni duecentomila euro (il problema del post – gestione si risolve così in radice). Immaginiamo li avranno usati in buona parte per lo smaltimento del percolato: noi la facevamo regolarmente questa operazione, ma, per di più, con le economie degli ingressi, negli anni c’era stato un significativo sostegno economico e sociale ai residenti, con tariffe irrisorie di tasse e tributi, borse di studio ai giovani residenti con la media dell’8 per 800 euro, 60 borse lavoro e contributi a famiglie bisognose, specie se dovevano ricoverare i congiunti in ospedali fuori regione».
Tutto qua? Macchè… Secondo Crinò «Questo e’ l'”argomento” e va spiegato così, ovvero ricordando che è sempre stata regolarmente accantonata, sotto la mia gestione, la quota annua per la post gestione, ovvero per tutti quegli interventi da compiere dopo la chiusura della discarica, la cui discussione conserva per tutti l’obiettivo primario della tutela della salute dei cittadini- questo ragionamento si coglie dalle parti del Municipio (“targato” Crino’ da venticinque anni, anni dei quali si preferirebbe valorizzare ancora di più i discorsi sulle fondamentali azioni svolte attraverso l’efficace consolidamento del centro urbano, la riqualificazione del centro strorico , l’Albergo diffuso, il Parco archeologico della Villa Romana …)- proteggendo e incoraggiando in ogni circostanza la realtà dei fatti, rifuggendo da posizioni precostituite che spesso sulla Rete più che sui giornali si “caricano” di un fascio confuso di impulsi di diversa natura, di slogan scontati, di equivoci e disinformazioni».
Dopo questo excursus, Crinò torna a snocciolare date, dati e ricorda la decisione originaria di creare in quella zona un sito di smaltimento di rifiuti che l’amministrazione comunale si è trovata a gestire, provando a trasformarlo da potenziale problema ad opportunità.
«Soltanto a chi lo desidera, – aggiunge l’ex consigliere regionale – infatti, può sfuggire che la scelta della discarica è stata fatta esclusivamente dalla Regione, immediatamente a monte del vallone Rambotta, in un sito non particolarmente felice per quanto attiene l’aspetto idrogeologico (come si e’ visto), ma indovinato dal punto di vista geologico in quanto il terreno, composto da argille marnose, ha un coefficiente di permeabilità bassissimo, vale a dire è impermeabile, come hanno dimostrato i risultati delle indagini geotecniche eseguite sino a trenta metri di profondità e pur tuttavia gli interventi di ampliamento sono stati realizzati eseguendo l’impermeabilizzazione. Nessun comune, inoltre, ha mai scaricato a Casignana senza essere autorizzato dalla Regione Calabria e quando era attiva la discarica di Casignana serviva solo I comuni della provincia di Reggio, con un abbanco giornaliero medio di 70/80 tonnellate al giorno che diventavano 250/280 quando smaltivano pure Reggio e i comuni della Piana. In ogni caso, l’abbanco massimo non ha mai superato le 280.000 tonnellate».
La conclusione di Crinò è Chiara: «Servono interventi urgenti per ottenere condizioni di sicurezza per evitare qualsiasi problema di carattere ambientale, un continuo presidio dell’impianto, lo sguardo rivolto fuori da Casignana per le politiche connesse allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dell’ambiente in generale».
Ragionamento concluso? Pare di no. Perché Crinò sembra voler volgere lo sguardo ad altri potenziali pericoli per l’ambiente nella zona Sud del comprensorio.
«Come impatta -si chiede – il depuratore di Bianco? Il suo cattivo funzionamento e’ noto da anni e su danni che produce non si può essere irresponsabili e fuorvianti».
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