di Angelo Broccolo*
RIACE – L’esperienza innovativa e per certi versi “rivoluzionaria”di Riace rischia di finire a breve.
Le idee di uguaglianza e fraternità di Mimmo Lucano sembrerebbero confliggere con le (molto) discutibili pratiche in voga presso la burocrazia statale.
Per paradosso anziché porsi delle domande sulla fenomenologia di mafia capitale, almeno per quel che risulta negli stralci processuali riferiti ai migranti oppure a chiedersi di come sia stato possibile che si sia giunti all’esito del Cara di Isola Capo Rizzuto,per rimanere in casa nostra,si profila la messa in mora del modello Riace perché non “rispettoso “della fattispecie di cui sopra!
Così il modello caro a Wim Wenders,studiato da tante e prestigiose università del pianeta, capace di dare sollievo ed ospitalità a circa settemila esseri umani transitati ovvero residenti in loco, viene considerato “fuori legge”.
Una logica che lascia piuttosto basiti e che oggettivamente pone nelle condizioni di chiedersi cosa si intenda per “accoglienza” nel nostro paese.
Si avverte quasi un controsenso della giustizia in questo mondo, direi piuttosto collodiano: che pone in stato di fermo il fantasioso burattino derubato delle monete d’oro e lascia in piena libertà d’azione i tanti gatti le tante volpi che circolano in disturbate a fare affari alle spalle del prossimo.
I bonus sono stati un elemento di scambio che postula un atto di fiducia nelle istituzioni e le evocative figure di personaggi la cui storia costituiscono un patrimonio di lotta universale declinano un’utopia fuori dal mercato che senz’altro dispiace ai cantori del laissez faire (causa finale degli sbarchi e principale delle vene aperte dei continenti fuori dall’Europa sfruttati da colonialismi vecchi e nuovi ).
Le borse lavoro che han permesso la rinascita autentica di un borgo ormai semi deserto sono una risposta concreta e sul campo che fanno piazza pulita delle accademie del recupero:
dibatti ipocriti ascoltati per decenni annessi alla costante depauperizzazione economica ed ai tagli costanti di beni e servizi (stesso principio di cui sopra ).
Scriveva qualcuno che Riace è tra i comuni che esprimono la poesia dell’Italia delle piccole cose.
Le tante volte che ho visitato quella comunità ho trovato persone e storie confondersi tra i vicoli rivitalizzati dall’azione lungimirante ed inclusiva del Sindaco.
Ho trovato un comune dove l’acqua è pubblica e persino lo spazio libero comunale per la spiaggia.
Riace è un altro mondo possibile che non può essere normalizzato. È un piccolo scrigno di libertà e comunanza che indica una strada.
Forse per questo si vuole smantellarne il ruolo di simbolo. Mi giungono in mente le parole finali del film Mission: dobbiamo lavorare nel mondo. Il mondo è così…e la risposta del cardinale Altamirano: “No Sig. Hontar ,così l ‘abbiamo fatto noi questo mondo”. Si trattava di normalizzare le missioni ribelli del Paraguay, ci riuscirono. Ma allora come ora ora non si dica che così va il mondo. Se Riace cadrà saremo stati noi a volerlo!
*Segretario regionale
Sinistra italiana Calabria