di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – I contenuti (che non sono mancati, e che sono stati anche validi) del convegno tenuto ieri sera al “Palazzo” di Moschetta col candidato alla presidenza della giunta regionale Mario Oliverio li abbiamo già riportati – puntualmente e tempestivamente – nel pezzo pubblicato ieri sera dalla nostra Emanuela Alvaro Locri, Oliverio: “lavorare partendo dalla consapevolezza della grave situazione per rimettere in piedi la Calabria”. Oggi, invece, ci concediamo una digressione semiseria, aiutati dall’obbiettivo impertinente del nostro Enzo Lacopo, che ha colto alcuni aspetti dell’altro lato della manifestazione, quello più mondano, glamour…quello più cool.
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Proprio così, spenti i microfoni dei relatori e una volta fiondatisi sul ricchissimo buffet, gli invitati all’evento elettorale più figo dell’anno si sono scatenati in una caccia al selfie col presidente – lo chiamano già tutti così – per poi concedersi una foto di gruppo col cocktail in mano, con facce sorridenti, volti fotogenici più adatti alle telecamere di “Verissimo” o di “Lucignolo” che a quelle di una campagna elettorale.
La propaganda politica dell’anno I dell’era renziana è anche questa. Riposti in soffitta i comizi in piazza con carotidi gonfie di tensione ideologica e bocche che gridano dal palco per supplire alle carenze di impianti di amplificazione mal funzionanti, trasferiti negli album dei ricordi in bianco e nero i manifesti col solo simbolo del partito e le “500” in giro per paesi e contrade ad annunciare la data del prossimo comizio, oggi, il confine delle manifestazioni elettorali di destra e sinistra è talmente sfumato da essere quasi inesistente. Si somigliano tutti e si scambiano gli usi, i costumi e le sedi…pardon, le “location”.
Una volta, infatti, ogni parte politica marcava il territorio a modo suo: nella Capitale, ad esempio, piazza del Popolo era della Destra e piazza San Giovanni della Sinistra e dei Sindacati. Nei paesi come Siderno, c’era il bar dei democristiani, quello dell’intellighenzia comunista e la libreria dei socialisti. Oggi non più.
E allora accade che, a distanza di quattro anni e mezzo, nello stesso luogo in cui l’allora candidato consigliere regionale Francesco Macrì chiudeva la sua campagna elettorale con big del centrodestra (in primis Santo Versace), fiumi di champagne e belle donne, oggi buona parte dell’universo del centrosinistra locrideo, più un nugolo di democristiani pronti ad ogni evenienza e buoni per tutte le stagioni, e l’immancabile carrozzone (del presunto vincitore) pieno zeppo di “saltatori della quaglia” si ritrovino tutti nello stesso luogo e alla stessa ora. Tutti insieme appassionatamente, davanti all’obbiettivo del fotografo, a ingolfare le “bacheche” di facebook con le foto delle loro facce sorridenti, i drink colorati e gli abbracci ad alta definizione.
Ti guardi attorno e non sai se sei a margine di un convegno a sfondo politico-programmatico o alla festa più cool dell’autunno, quasi uno iato tra il megaparty agostano di villa Caristo e un veglione di Capodanno, e c’è chi giura che da un momento all’altro potrebbe fare capolino anche Peppe Fontana, re indiscusso della movida locridea, e apprezzato organizzatore di eventi, dato che se chiudi gli occhi ti sembra di sentire il tormentone estivo “Get lucky” dei Daft punk.
Un aperitivo elegante come quello che fanno (o facevano) alcuni candidati di Destra, col politico silano che si scopre quasi “piacione” quando le ventenni fanno la fila per farsi fotografare con lui e tutti hanno l’aria di festeggiare con largo anticipo una vittoria elettorale che appare preannunciata, almeno stando ai sondaggi.
E’ la propaganda elettorale in stile Renzi, bellezza.
A proposito di contenuti che non sono mancati, offriamo alla vostra visione il filmato dell’intero intervento di Oliverio, parte seria della serata di ieri e del nostro articolo.
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