di Gianluca Albanese
LOCRI – Dodicimila euro da aggiungere all’elenco delle spese di gestione garantite dalla giunta comunale di Locri nell’ambito del progetto “Cura ut Valeas – Centro di Aggregazione Giovanile” finanziato col Pon Sicurezza e per il quale il Comune di Locri, lo scorso 14 dicembre 2016, ha richiesto l’autorizzazione alla gestione diretta dello stesso centro di aggregazione (nella foto) realizzato, appunto, con i fondi del Pon Sicurezza.
E’ quanto manca – al momento – per poter completare l’iter necessario all’ottenimento della gestione diretta del Centro di Aggregazione Giovanile. Il Ministero dell’Interno, infatti, con comunicazione dello scorso 20 gennaio, ha messo i paletti, chiarendo che la sostenibilità delle spese di gestione dovrà essere garantita in base alla scheda progettuale ammessa al finanziamento, col Comune che «Provvederà – è scritto nella scheda progettuale – a sostenere i relativi costi di gestione ordinaria e straordinaria per i 5 anni successivi alla realizzazione del progetto» «Per complessivi € 19.500,00 annui» mentre «Le attività da svolgere all’interno della struttura saranno affidate all’esterno».
Dunque, ancor prima di discutere se procedere ad un bando ad evidenza pubblica o se affidare a un’associazione o cooperativa le attività da svolgere all’interno del Centro di Aggregazione Giovanile, va sciolto, prima possibile, il nodo della copertura dei costi di gestione.
La lettera del Ministero dell’Interno ricorda che «A causa della precaria situazione finanziaria (procedura di riequilibrio finanziario pluriennale) il Comune, con delibera di giunta n° 85 del 13 settembre 2016» «Nel rideterminare i costi delle utenze, ha assunto l’impegno di farsi carico delle spese delle utenze di “acqua, gas, energia elettrica, telefonia e dati”, mentre in precedenza lo stesso Viminale aveva chiesto al Comune di Locri «Di fornire specifiche indicazioni sulle modalità di assunzione in carico degli ulteriori costi di gestione, indicati nella scheda progettuale ammessa a finanziamento», ovvero «Pulizia locali (€ 4.000), cancelleria (€ 3.000) e manutenzione straordinaria (€ 5.000). Ad oggi – scrive il Ministero dell’Interno – non è pervenuto alcun riscontro a tale richiesta».
Insomma, come spiega la lettera del Viminale «E’ necessario che il Comune, con delibera di giunta, assuma anche l’impegno di spesa relativo a questi ultimi costi di gestione (pulizia locali, cancelleria, manutenzione straordinaria) per il corretto e pieno funzionamento del Centro di Aggregazione» poiché il progetto «Al momento della rendicontazione finale del Pon Sicurezza (31 marzo 2017) dovrà essere operativo e funzionante, cioè deve presentare carattere di completezza sia sul piano infrastrutturale sia sul piano della funzionalità, in conformità e coerenza a quanto previsto nella scheda progettuale ammessa al finanziamento. In assenza di tali requisiti – ammonisce il Ministero dell’Interno – comprovabili dalla presenza di idonea documentazione, l’Autorità di Gestione dovrà procedere alla revoca del finanziamento e al recupero, presso codesto Comune, delle somme erogate a favore dei soggetti attuatori».
In ogni caso, «A norma di regolamenti comunitari – conclude il Ministero – l’operatività e la funzionalità del centro di aggregazione potrà essere verificata, entro i 5 anni della conclusione dell’intervento, sia da parte di organismi comunitari, che da parte della struttura di gestione del programma attraverso specifiche visite di controllo in loco».
La palla, dunque, passa alla giunta comunale, che nella delibera numero 85 del 13 settembre 2016 aveva scritto, tra l’altro, di aver già sottoscritto i contratti di somministrazione (acqua, gas, energia elettrica, telefonia e dati) «Per i primi cinque anni dall’avvio delle attività a manutenzione e gestione dell’impianto» quantificati in 1.000,00 euro annui, che evidentemente, per il Ministero dell’Interno non sono sufficienti e che l’esecutivo municipale dovrà garantire.
Altrimenti le belle immagini che seguono, relative alla cerimonia di inaugurazione del centro di aggregazione giovanile, e che risalgono al 21 novembre del 2015, non avranno alcun seguito, visto che sono trascorsi più di quattordici mesi da allora e il Centro è tuttora chiuso.