di Simona Ansani
PELLARO – Il fenomeno del randagismo è un problema ancora fin troppo diffuso, che aumenta in modo esponenziale soprattutto nei periodi estivi, quando i compagni umani, se tali possono essere definiti, dopo aver trascorso con i quattro zampe gran parte del loro tempo durante l’anno, cercano di sbarazzarsene, perché ingombranti nelle giornate di vacanza. Scelte che hanno dell’inverosimile, che per chi ama gli animali, li rispetta, li comprende, o per chi è un attivista animalista, queste parole, abbandono e randagismo, sono davvero impronunciabili.
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E allora c’è chi per fortuna come l’ex Ministro Brambilla, da sempre lotta per far si che ci siano delle leggi e dei regolamenti per fronteggiare questo fenomeno, per far si che i numeri degli abbandoni diminuiscano, per far si che queste parole rientrano nel codice penale nella lista di reato e per garantire la giusta pena. C’è poi il Ministero della Salute che regola e disciplina una serie di comportamenti per i detentori degli animali, per i proprietari dei rifugi e per i proprietari dei canili. C’è quella parte “buona” delle istituzioni che per amore degli animali e di una civiltà civile si adoperano a migliorare le strutture ricettive per gli amici a quattro zampe e i loro compagni umani, creano spiagge per cani, lidi per fido e micio, praticano la sterilizzazione delle cagne presenti sul territorio e il loro censimento. E poi ci sono le associazioni animaliste presenti su tutto il territorio nazionale e locale, che si battono quotidianamente per evitare soprusi agli esseri senzienti. Si, perché cosi sono stati definiti per legge, esseri che provano emozioni, gioia, sofferenza, che hanno un’anima proprio come la nostra, e tal volta, meglio della nostra. Volontari come quelli di Dacci una Zampa Onlus che da un mese hanno occupato il canile di Mortara di Pellaro, perché divenuta una struttura quasi fatiscente, mai utilizzata. E dentro questa struttura, hanno accolto i tanti cani recuperati nel reggino, dandoli loro non solo cure e cibo, ma soprattutto amore, e nuove famiglie, grazie alle adozioni in tutta Italia.
<<Noi non avremmo voluto arrivare a questo – dichiara Giulia Curci di Dacci una Zampa Onlus, ieri durante la conferenza stampa al canile di Mortara – essere costretti a occupare il canile comunale. Abbiamo sempre cercato il dialogo con il Comune>>. Ma la paura per questi volontari non è solo la condizione di salute dei cani recuperati, o la ricerca di una nuova famiglia, ma il tanto temuto sgombero forzato, che segnerebbe una sconfitta, per gli ottanta cani che vivono all’interno del canile e che dovrebbero essere trasferiti in altre strutture, quelle convenzionate, quelle dove il problema del sovraffollamento, proprio come le nostre carceri italiane, è quasi all’ordine del giorno.
Eppure l’associazione Dacci una Zampa è ben vista sia dai cittadini che in questo periodo sono vicini ai volontari, che dalle Forze dell’Ordine e dall’Asp, e da <<alcune istituzioni che insieme all’Asp hanno scritto un progetto per la sterilizzazione dei randagi>>. L’iter burocratico che ha coinvolto il canile di Mortara ha fatto si che la struttura dal 2008 ha visto due inaugurazioni, due bandi e addirittura l’inagibilità della struttura. Per non parlare poi di un mancato accatastamento <<perché non è stato fatto un sopralluogo, ma sono state però prese in visione e considerazione le strutture private in cui i randagi devono essere ospitati a spese del Comune>>. Dichiarano di essere disposti a tutto i volontari di Dacci una Zampa, sostenuti da associazioni nazionali come l’Enpa, la Lida e Legambiente.
<<Non è una battaglia di Dacci una Zampa, per gli animali, ma per tutta la città. La struttura che noi abbiamo occupato, potrebbero ospitare il progetto avviato con l’Asp, che prevede la sterilizzazione dei cani, grazie alle cliniche private>>, aggiungono i volontari, <<si è svegliata la bella Reggio, le belle persone. Se restiamo tutti a Reggio Calabria è perché l’amiamo e pensiamo che possa cambiare>>.