di Gianluca Albanese
LOCRI – Nei giorni in cui è partita la campagna vaccinale anti Covid per gli operatori sanitari e si contestano, da più parti, lentezze e modalità di somministrazione del vaccino prodotto dalla Pfizer, c’è chi guarda avanti, ovvero a quando si potranno vaccinare anche i cittadini comuni, nell’ordine di priorità stabilito dal ministero, ovvero iniziando dalle categorie a rischio.
È, ancora una volta, il medico locrese Nicola Rulli a formulare una proposta tesa a evitare ritardi nella somministrazione dei vaccini, affidandola ai medici di famiglia. Lo fa attraverso una riflessione che il dottore Rulli ha inteso condividere coi lettori di Lente Locale.
“In Italia – ha scritto il medico – si va alla ricerca di quello che non c’è.Abbiamo una fitta rete sanitaria su tutto il territorio nazionale già pronta, addestrata, basta dare il via e subito sarà in azione.Si tratta della rete dei medici di base, già esperti nella somministrazione dei vaccini, presenti in ogni punto del territorio nazionale, al centro come in periferia, financo nei più sperduti paesini di montagna.D’altro canto il medico di famiglia è l’unico operatore sanitario che conosce direttamente i pazienti e la loro storia, sia in termini di patologie che di eventuali allergie o intolleranze ai vaccini.Questo comporta maggiore rapidità nei processi di selezione dei pazienti con vantaggio nella procedura di somministrazione del vaccino.Si assisterebbe a uno scenario delle vaccinazioni al contrario rispetto all’organizzazione in corso:è il vaccino che va a raggiungere la gente, anche nei paesini più lontani, nelle case dei pazienti allettati e non le persone che si muovono per recarsi verso strutture centralizzate con perdita di tempo e lunghe file.Questo è il modo più semplice per realizzare quello che la gente aspetta da tempo: l’immunizzazione per uscire dalla pandemia, senza la costruzione di strutture complesse e macchinose. In atto non è la popolazione contraria alla vaccinazione, ma è il vaccino che non viene fornito alla gente.La medicina generale è ad oggi l’unica rete in campo sanitario nazionale diffusa capillarmente, informatizzata al 100%, con database che possono fornire le informazioni ai centri di raccolta regionali e nazionali in tempo reale.Peraltro, le modalità e i tempi di conservazione dei vaccini non giustificano una distribuzione fortemente centralizzata.A tal proposito è utile ricordare, per i vaccini attualmente disponibili in Europa, quanto segue:-il vaccino Pfizer è conservato e distribuito alla temperatura di -70 -80°, una volta scongelato e trasferito in frigorifero dura a temperature tra 2-8°C per 5 giorni.-il vaccino Moderna si conserva alla temperatura di – 20°C per 6 mesi e, una volta trasferito in frigorifero, si mantiene per un massimo di 30 giorni.- il terzo vaccino di Astra-Zeneca già in uso in Inghilterra (in Europa in via di approvazione) si mantiene in frigorifero alla temperatura tra 2 e 8 °C per 6 mesi.Considerato quanto sopra, il medico di medicina generale deve essere coinvolto nella campagna vaccinale con l’obiettivo reale – conclude la riflessione il dottor Rulli – di immunizzare in poco tempo la stragrande maggioranza della popolazione”.