(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – E’ stata la vincitrice (la più giovane del cinema italiano), del David di Donatello, come migliore attrice protagonista del film “A Chiara”, del regista Jonas Carpignano.
Ci riferiamo alla giovane attrice calabrese Swamy Rotolo, di Gioia Tauro, che lo scorso 3 maggio, negli studi Cinecittà di Roma, grazie al suo talento, ha conquistato uno dei premi più ambiti del cinema italiano, avendo la meglio sulle altre candidate e colleghe Miriam Leone con “Diabolik”, Aurora Giovinanazzo con “Freaks Out”, Rosa Palasciano, con “Giulia” e Maria Nazionale con “Qui Rido Io”.
Talento e dedizione, sono state le carte vincenti che hanno consentito alla Rotolo di entrare presto a far parte del mondo dello spettacolo e di quello cinematografico, arrivando a conquistare a soli sedici anni, il red carpet di Cannes.
“A Chiara” infatti, presentato alla Quinzaine di Cannes e ottenendo il premio Europa Cinema Label al Festival di Cannes 2021, conclude una trilogia aperta nel 2015 da “Mediterranea”e proseguita due anni dopo con “A Ciambra”, in cui la stessa Rotolo ha esordito nel 2017.
Gioia Tauro e dintorni non è stato altro che il mondo in cui vive e racconta le sue storie, da ben dieci anni, Jonas Carpignano, classe 1984, regista e sceneggiatore italiano con cittadinanza statunitense, cresciuto tra New York e Roma.
“A Chiara”, racconta la storia di Chiara Guerrasio, secondogenita di quindici anni di Claudio e Carmela.
Il giorno successivo il diciottesimo compleanno della sorella più grande, Claudio, il padre di Chiara, lascerà senza preavviso Gioia Tauro.
Solo dopo aver scoperto che il padre è colluso con la ‘ndrangheta oltre che latitante perché accusato di associazione a delinquere per traffico di stupefacenti, che Chiara dal carattere forte e determinato, andrà alla ricerca della propria libertà e della vera natura del padre.
Intanto, questa sera, la protagonista di “A Chiara”, prima della proiezione del film, ha incontrato la stampa e i cittadini alla Sala Blu del Cinema Vittoria.
«Vincere a soli 17 anni un premio del genere – ha raccontato Swamy Rotolo – credo voglia dire qualcosa, ragion per cui spero di proseguire la strada della recitazione».
L’attrice rivelazione di “A Chiara” ha ammesso altresì di conoscere da diversi anni, il regista Jonas Carpignano; Swamy Rotolo ha esordito infatti, al cinema nel 2017, nel precedente film “A Ciambra” «Lì – ha detto – ho fatto una piccola parte, nulla di paragonabile a questo film. Tra l’altro – ha aggiunto – quando mi è stato proposto il ruolo da protagonista in “A Chiara” ho detto inizialmente di no, ma successivamente ho accettato per il sincero legame che ho instaurato con Jonas e soprattutto per la mia famiglia».
Caratteristica del cinema di Carpignano, è lavorare con attori non professionisti.
E in “A Chiara”, ad essere coinvolta è stata una vera famiglia: padre, madre e sorelle della protagonista. «Lavorare sul set con la mia famiglia – ha spiegato – mi ha supportato, è stato facilissimo, divertente, non si è creato in alcun modo il distacco lavoro-famiglia. E’ stato facile litigare con mia sorella, con mia madre e con mio padre. La scena probabilmente più difficile – ha evidenziato – è stata quella in cui dovevo fumare davanti a mio padre».
La verità poi, è stata per la giovane attrice calabrese, il punto di forza di “A Chiara”, il tutto attraverso gli occhi di una ragazzina «Come Chiara, anch’io mi definisco tenace e ostinata. Il merito di Jonas inoltre, è stato anche quello di abbattere il pregiudizio e lo stereotipo, toccando senza spettacolarizzazioni, aspetti come i rapporti umani che esistono dentro e fuori da questo contesto del Sud».
NEL VIDEO L’INTERVISTA ALL’ATTRICE SWAMY ROTOLO