di Gianluca Albanese
SIDERNO – Rivitalizzare il centrosinistra da una posizione centrista sulla scorta del messaggio di Papa Francesco. Il capogruppo del Centro Democratico alla Camera Lorenzo Dellai ha spiazzato molti tra gli osservatori presenti al centro polifunzionale per la serata conclusiva della festa nazionale del partito guidato da Bruno Tabacci. Lo ha fatto nel momento in cui ha dato l’impressione di voler scavalcare a sinistra la sinistra stessa.
«E’ bene- ha detto Dellai – che sia chiaro il significato della nostra presenza nel panorama politico italiano: una volta il centro aveva la funziona di “temperare” la sinistra che nel corso dei decenni si è via via moderata, tanto che ora appare già temperata di suo, ed ora il centro la deve riaccendere partendo dalle periferie, dagli ultimi, sulla scorta di quanto dice il Pontefice».
Insomma, dal numero uno del Centro Democratico a Montecitorio è partito un riconoscimento del messaggio politico di Papa Francesco e uno sguardo a sinistra (almeno sul piano dei contenuti programmatici) quando ha parlato di temi scottanti come l’immigrazione.
«C’è stato un deficit di solidarietà – ha spiegato – del Nord nei confronti del Sud, e ora bisogna fare come dicono i grandi leader europei, e capire che l’immigrazione non è una semplice emergenza ma un fenomeno strutturale che va affrontato e governato, anche partendo dalla stabilizzazione di Libia e Siria con soluzioni diplomatiche prima e, solo nel quadro Onu, militari poi puntando a cooperazione e sviluppo integrato».
Sulle riforme avviate da Renzi, Dellai è stato tiepido ma moderatamente fiducioso.
«Servono per dare risposte all’esigenza di efficienza delle istituzioni. Il nuovo sistema richiede che la politica si rinnovi e le riforme da sole non sono sufficienti se non sono accompagnate da investimenti sui grandi temi come lavoro, scuola e sanità che sono sicuramente più importanti».
Intervistato dall’editorialista de “Il Garantista” Teresa Munari, Dellai ha detto pure che «La crisi ha accentuato un certo riflusso centralista, quando invece bisogna valorizzare le realtà intermedie ed è un errore considerare inutili le province» e, a proposito della nuova legge elettorale che potrebbe maturare, ha premesso che «Servono infrastrutture politiche nuove e competitive» e che «Il centrosinistra non può essere solo una federazione di centri di potere. Basta – ha aggiunto – trasformismi e opportunismi» che, tradotto in soldoni, significa che «Noi che siamo nel centrosinistra ma non siamo del Pd dobbiamo cercare di aggregarci il più possibile perché il Pd stesso deve capire che da solo non può vincere le elezioni» guardando dunque a una lista comune del centrosinistra alle elezioni politiche che non può necessariamente coincidere con la lista del solo Pd e anche l’idea di un cosiddetto “Partito della Nazione” secondo Dellai «Non può comprendere la presenza di chi non è compreso nell’alveo del centrosinistra».
Non manca una stoccata alla minoranza interna al Pd.
«Devono rimpiangere la scelta di quando contribuirono a destituire Enrico Letta spianando la strada a un Renzi che, evidentemente sbagliando, consideravano più “controllabile”.
Peccato per la sala semivuota che, visti i contenuti emersi, spesso di grande spessore, avrebbe meritato un uditorio più numeroso.