di Adelina B. Scorda
BOVALINO – È un malfunzionamento di un quadro elettrico della stazione di sollevamento al bivio di San Luca, tecnicamente denominata s4 la ragione del mancato conferimento di liquami da parte del comune di Bovalino, al depuratore consortile di Bianco. È quanto hanno riferito all’ufficio tecnico del comune di Bianco gli operai della ditta Gima, che attualmente si occupa della manutenzione dell’impianto.
Comunicazione pervenuta anche agli uffici di Bovalino che starebbero attendendo delle risposte da parte della precedente ditta, l’Alfa1, che prima del subentro della Gima, si occupò di ripristinare e monitorare le stazioni di sollevamento dell’impianto dislocate nei comuni consorziati. Un’impostazione che, se da un lato appare doverosa, poiché richiede lumi sulle motivazioni dei continui guasti che la stazione di sollevamento subisce, dall’altra causa e il mancato conferimento delle acque reflue al depuratore di Bianco e conseguentemente la loro non depurazione causando un continuo sversamento di liquami sul territorio adiacente. Siamo alle solite, dunque, un impianto sottodimensionato che fin dalla sua realizzazione non ha fornito il servizio per il quale sono stati spesi ben nove milioni di euro. La problematica principale che si sussegue sin dall’inizio della messa in funzione è la rottura delle tubazioni in vari punti del tracciato, la quale si verifica sostanzialmente a seguito di una sbagliata progettazione ed esecuzione, come la mancanza di valvole di sfiato, o una pendenza costante o il sottodimensionamento delle tubazioni utilizzate per la realizzazione. Carenze strutturali che potrebbero essere risolte, se non tutte in parte con i quattro milioni e 500 mila euro sbloccati dal Cipe e stanziati dalla regione Calabria in favore del depuratore consortile di Bianco. Tra i motivi peculiari che hanno spinto questa nuova ondata di denaro in favore del consorzio, il tentativo di superare, si spera, le procedure comunitarie d’infrazione. E dopo un iter ancora in fase di attuazione che ha visto per la fase iniziale una tempistica lenta e farraginosa, solo questa mattina sono giunte presso l’ufficio tecnico del comune di Bianco le linee guida di progettazione. Fondi che ad esempio Benestare (come facente parte del consorzio ma mai realmente collettato) potrà utilizzare concentrando gran parte dell’intervento nella frazione di Scarparina, zona attualmente sprovvista di rete fognaria. In odore ci sarebbe anche la valutazione di una proposta che sempre il comune di Benestare avrebbe fatto alla regione per la realizzazione di un piccolo depuratore nella frazione di Ancone che renderebbe autonoma la zona periferica del comune e diminuirebbe i rischi di sovraccarico per il depuratore di Bianco e l’impianto di Bovalino, dal quale dovrebbero passare (per una questione strettamente logistica) anche i liquami provenienti da Benestare.