di Adelina B. Scorda
(foto di repertorio)
BOVALINO – In un incontro operativo alla Regione, i comuni di Bovalino, Bianco, Benestare e Casignana, hanno presentato le criticità del sistema depurativo. A tre mesi dall’apertura delle indagini da parte della magistratura sulle criticità che caratterizzerebbero l’intero sistema e su un danno ambientale causato anche da una sommaria gestione, la situazioni di gravità sembra essere mutata ben poco.
Più complicata del previsto sarebbe la ricerca di una soluzione unitaria atta a fronteggiare, se non altro, la stagione estiva che in mancanza di interventi celeri e mirati potrebbe esserne seriamente compromessa, almeno per quanto riguarda l’area di Bovalino.
Nell’incontro tenutosi alla presenza del responsabile regionale del settore ambientale, Domenico Pallaria, la Commissione straordinaria di Bovalino, avrebbe ribadito la necessità di evitare un frazionamento degli interventi in seno alla depurazione, avanzando la proposta di affidare ad un soggetto unitario la gestione degli interventi necessari e urgenti al fine di evitare lo sversamento in mare dei reflui, così da avere una visione organica e complessiva della problematica.
Le prescrizioni fatte dal Ct del Pm Arcadi prevedrebbero, interventi per un costo complessivo di seicento mila euro, cifra indisponibile e per cui il Comune di Bovalino avrebbe richiesto un intervento da parte della Regione. Nulla di sicuro ancora, anche se non è esclusa la possibilità che, qualora dalla Regione dovesse arrivare un secco no, non possano essere impiegati i rimborsi che lo stato invia all’Ente per la gestione commissariale.
A rimanere ancora confusa è la distribuzione di responsabilità, se non altro per la gestione del depuratore consortile, la mancanza di un protocollo d’intesa firmato e sottoscritto dai quattro enti non consentirebbe l’avvio di una discussione pratica e produttiva che chiarisca gli ambiti di competenze. Anche di questo si sarebbe discusso giovedì scorso in Regione, chiarendo la necessità di definire un accordo che garantisca la gestione del depuratore e che individui il comune capofila, il quale dovrà avere la responsabilità di trasmettere al dipartimento regionale le criticità che successivamente valuterà le proposte e individuerà gli interventi. Procedura corretta e legittima di cui Regione e Comuni avrebbero dovuto discutere e chiarire molti anni addietro dato che la realizzazione del sistema consortile risale al 2003.
A muoversi in seno all’emergenza è anche l’Osservatorio comunale di Bovalino che nel frattempo sta procedendo a organizzare dei campionamenti dell’acqua di mare, anche attraverso prelievi contemporanei a quelli effettuati dall’Arpacal, volti alla ricerca e alla quantificazione dei due parametri previsti dall’attuale normativa sul controllo delle acque di balneazione, la presenza di enterococchi ed escherichia coli.