di Adelina B. Scorda
(immagini di repertorio)
Si stanno organizzando i comuni di Bovalino, Benestare e Casignana dopo che lo scorso febbraio la guardia costiera di Bovalino, ha posto sotto sequestro le stazioni di sollevamento dei tre comprensori. In una prima riunione, sollecitata anche dall’Osservatorio permanente, i tre comuni, guidati dai responsabili dell’ufficio tecnico, si sono incontrati per fare il punto della situazione. L’idea progettuale, che nasce dall’incontro sarebbe quella di ripristinare le quattro stazioni di Bovalino e l’attraversamento che ricade nella competenza del comune di Casignana, questo per cercare di superare la stagione estiva.
Il sequestro delle stazioni, stante quanto affermato anche dal sindaco Rocca, non dovrebbe costituire un impedimento, tanto che Benestare starebbe provvedendo al ripristino delle di due stazioni su quattro una in via Aldo Moro e l’altra nella Falcone-Borsellino.
L’ipotesi d’intervento, che ad un primo esame costerebbe circa 130 mila euro, ha il sapore di fungere solo da tampone per un impianto consortile dichiarato da più parti deficitario e sottodimensionato. Anche la cifra preventivata, che al momento si ritiene necessaria, non favorirà un celere disbrigo delle pratiche. Il progetto e il bando di gara dovranno, secondo disposizioni di legge, essere presentati alla Suap che come organo è soggetto a un iter burocratico tutt’altro che snello.
Altro problema è la disponibilità della cifra, per affrontare l’intervento, infatti, i tre comuni dovranno richiedere un finanziamento alla regione Calabria, che pare sia disponibile a valutare l’ipotesi, ma se ciò non dovesse accadere allora dovranno essere i comuni a mettere mano al “portaglio”. Infine, un’ultima postilla.
L’intervento, per il quale entro il 20 aprile dovranno essere presentate le schede tecniche, servirà, si ipotizza, al superamento della sola stagione estiva, in quanto gli interessi del comune di Bovalino e di Benestare sarebbero quelli di staccarsi dal consorzio depurativo per realizzare o ripristinare il vecchio depuratore comunale. Un orientamento che sembra discostarsi da quello del comune di Bianco che dal canto suo starebbe preparando gli incartamenti necessari a formalizzare su carta il consorzio ad oggi privo di un riconoscimento ufficiale.
Si rimane, dunque, ancora nell’ambito del forse, l’unica certezza è che i comuni del consortile stagnano in una profonda confusione, causa, la mancata discussione fra le parti e l’assenza di un’organizzazione lungimirante.