R. & P.
Al fine di favorire il contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 , in data 4 marzo 2020 è stata disposta la chiusura di tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado.
La sospensione della frequenza, tuttavia, non coincideva con la sospensione delle attività didattiche che invece venivano incoraggiate nella formula “a distanza”.
Per quanto sopra premesso, l’ Ufficio del Garante delle persone disabili, nel portare avanti la sua primaria e fondamentale funzione di tutela e promozione dei diritti delle persone diversamente abili, ha voluto interpellare la presidenza dell’istituto comprensivo del Comune al fine di conoscere lo stato dell’arte della didattica telematica nelle scuole del Comune, con particolare riferimento agli alunni diversamente abili.
La Garante, in particolare, ha chiesto di essere edotta in merito alle specifiche modalità di didattica a distanza messe a punto e in che modo queste rendessero possibile l’attuazione del PEI, ovvero il piano educativo che la scuola ad inizio anno scolastico predispone per ogni bimbo disabile.
Posto che in questo particolare momento la didattica da remoto ricopre un ruolo importantissimo, è bene anche ricordare come non sia possibile alcun intervento educativo che non passi prima da una interazione emotiva.
Ora più che in altri momenti, i bambini diversamente abili vanno ad affrontare una situazione di isolamento senza precedenti che va a stravolgere la loro routine e che può essere causa di stress, disturbi emotivi e dell’umore.
«E’ la prima volta nella storia della Repubblica che si assiste ad una interruzione così brusca della vita del Paese, e se per gli adulti risulta difficile da accettare e capire, proviamo a pensare allo sbigottimento che tale misura causa ai bambini diversamente abili» , afferma la Garante, dottoressa Anna Laura Tringali. E continua: « I bambini si ritrovano sradicati dalle loro abitudini, dall’andare a scuola e vedere i compagni e dalla possibilità di poter vivere momenti di condivisione con i coetanei, insomma da quella routine quotidiana che danno un senso di normalità e sicurezza. La didattica a distanza in questo momento, è di certo l’unica alternativa possibile, ma che non si limiti ad essere la mera assegnazione di compiti via computer slegata da un rapporto di dialogo e ascolto. Per questo mi sono sentita di esortare le docenti curriculari e di sostegno a non far mai venire meno al bambino e alla famiglia quella vicinanza emotiva, quel supporto umano prima che professionale, che è alla base del rapporto tra le due prime e fondamentali agenzie educative: la Famiglia e la Scuola. Il mio intervento è partito da Garante, ma al di là della veste istituzionale, ho offerto la mia piena disponibilità da cittadina, da italiana, mettendo a disposizione le mie competenze di educatrice psico-pedagogica, specializzata nei disturbi dell’apprendimento, per coadiuvare i docenti ad ideare e predisporre l’intervento educativo a distanza migliore per il minore» .
Ufficio del Garante Persona Disabile