RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“Non fermiamoci, non fermatevi”. Sono le parole che Franco Fortugno pronunciò il 16 Maggio del 2005 durante un’intervista. Per molti quella frase è il suo testamento spirituale, un’esortazione, un grido rivolto allo Stato, alle istituzioni, ai giovani. Furono proprio i giovani i primi a rispondere alla chiamata di coraggio del Vicepresidente della Regione. Non erano passate neppure 24 ore dal terribile omicidio del 15 Ottobre 2005 e già i Ragazzi di Locri erano scesi in campo con i loro messaggi, gli striscioni, il motto divenuto ormai celebre “E adesso ammazzateci tutti”, una meravigliosa provocazione contro quel male invisibile che è la ‘Ndrangheta. La loro reazione, coraggiosa, indignata, rabbiosa, ha smosso le coscienze della gente di tutto lo Stivale, dando quindi una risposta vera all’invito di Franco : “Noi non ci fermeremo, non ci fermeranno”. Insieme alla forte presenza dello Stato, grazie all’impegno di personalità di elevato spessore morale come il Prefetto De Sena, da poco scomparso, la mobilitazione giovanile ha spinto la Calabria intera a rialzare la testa dopo un colpo da KO. Ma oggi, a 10 anni di distanza da allora, molto è ancora da fare. Ancora adesso si sente dire che “dobbiamo riflettere”, che “bisogna chiedersi il perché”. Non sono d’accordo, noi abbiamo riflettuto anche per troppo tempo e ci siamo posti troppe domande, è tempo di agire, di dare seguito a quella bellissima prova di valori e capacità che le manifestazioni hanno mostrato fino ad oggi. Franco ha lottato per la legalità, si è sacrificato per vincere la mafia, ma la sua missione non è ancora compiuta. Non abbiamo ancora sradicato la mafiosità dalla nostra terra. Mafiosità sono le bande di giovani che si ubriacano e si aggrediscono per uno sguardo di troppo. Mafiosità è danneggiare le giostre per disabili solo per divertirsi un po’. Mafiosità è far finta di nulla di fronte alla violenza. Mafiosità è vandalismo, intolleranza, vendetta, odio. Non è la criminalità organizzata, non è la ‘Ndrangheta. Ma è il terreno sul quale la mafia può crescere e prosperare. Nel promuovere la legalità il primo nemico da sconfiggere è proprio questo. Riporto le parole del Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto durante la Festa dell’Unità Provinciale, qualche giorno fa : “Franco Fortugno era un politico stimato, un abile medico, una grande figura istituzionale ma soprattutto era uno di noi”. Io aggiungo che la sua missione quindi è anche la nostra missione e per portarla con successo dobbiamo puntare sull’istruzione, sul ruolo formativo della scuola ma anche su quello delle numerose associazioni del territorio. Dobbiamo puntare sulla cultura, sull’unità, sulla tolleranza. Dobbiamo ricostruire il nostro senso civico, imparare ad avere rispetto della comunità. Ma soprattutto occorre avere la consapevolezza del fatto che il futuro è nelle mani dei giovani, perché, come diceva Franco, ”i giovani sono i futuri amministratori della Calabria e dell’Italia intera” e non possiamo permetterci di fallire. Non ci fermeranno, non ci fermeremo.”
Domenico Chianese, Segretario Circolo Giovani Democratici Locri