di Gabriele Pio Piccolo
«Certamente un giorno da qualche parte lassù nel cielo torneremo a giocare a calcio», questa è una delle frasi pronunciate da Pelè durante un dialogo con Maradona.
Una notizia che ci lascia senza fiato, Diego Armando Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi ci lascia oggi 25 novembre 2020 a causa di un arresto cardiaco. Qualche settimana fa era stato sottoposto a intervento per rimuovere un ematoma presente tra il cranio e il tessuto cerebrale.
Oggi il “Pibe de Oro” lascia dentro ogni appassionato di calcio e non solo un vuoto enorme. Il calcio italiano, per fortuna, ha potuto godere delle prodezze che Diego ha lasciato nei ricordi di tutti i tifosi soprattutto quelli partenopei. Con Diego, in fondo, se ne va un pezzo di Napoli, città che lo ha consacrato nell’olimpo di questo sport.
Nessuna parola, pensiero o ricordo è vano quando di mezzo si trova Maradona. Ho sempre pensato che un calciatore non si giudica dal suo palmarès, perché el Pibe de Oro non è solamente trofei e goal, è il mostro sacro del pallone a cui quella sfera non la toglievi nemmeno con una delle scivolate più antisportive che si potrebbe commettere.
Eh già perché il calcio non è solo uno sport da quando Maradona ha iniziato ad incantare il mondo con la sua eleganza nel modo di giocare, ma una vera e propria corrente artistica. Se oggi la maggior parte dei ragazzi nati dopo gli anni 90′ si chiamano Diego o Armando, significa che questa persona ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore delle persone. Per un momento dimentichiamoci di tutte le sue disavventure e di tutte le sue dipendenze che inevitabilmente lo hanno condotto alla morte per ricordare cosa Maradona ha dato a questo sport. Allora non ci resta che affermare solo una cosa: le leggende non muoiono mai.