di Gianluca Albanese
SIDERNO – Continua a tenere banco, nella Locride, la querelle riguardante le percentuali di raccolta differenziata realizzate da ogni comune, dopo la pubblicazione del report 2014 dell’Arpacal. Nei giorni scorsi abbiamo dato spazio al comunicato stampa firmato dal vicesindaco di Roccella Vittorio “Toto” Zito, in cui sostanzialmente, attribuiva alla mancata capacità da parte dell’impianto di trattamento di Siderno di lavorare tutta la frazione organica conferita dai singoli comuni (ma solo una parte di essa) il crollo, in termini percentuali, della raccolta differenziata complessiva da parte del proprio comune, passata dal 70,42% del 2013 al 51,46% del 2014. Una linea, quella di “Toto” Zito, condivisa da molti amministratori locali, che lamentano la forte discrepanza tra le percentuali di raccolta differenziata effettuate (e dichiarate) dai singoli comuni e quelle riportate dall’Arpacal nel proprio report 2014.
Lo stesso Zito, contattato da Lente Locale, aveva spiegato che il report 2013 (quello della percentuale pari al 70,42%) sarebbe stato redatto dall’Arpacal sulla scorta di quanto dichiarato dai comuni nell’apposita modulistica, mentre quello del 2014, evidentemente, no.
Per saperne di più, abbiamo contattato il dottor Fabrizio Trapuzzano, della sezione regionale del Catasto Rifiuti, istituita presso la Direzione Scientifica dell’Arpacal. Si tratta di uno dei due estensori materiali del Report 2014 sui rifiuti, insieme al responsabile dottor Clemente Migliorino.
Come riporta il giornale on line www.ilredattore.it, infatti, Il Report 2014 «è stato inviato all’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e comunicato ai Dipartimenti Ambiente e Programmazione Comunitaria della Regione Calabria; i dati ufficiali pubblicati dall’Arpacal, infatti, fotografando lo stato della Raccolta differenziata in Calabria, permettono ai Comuni di poter accedere ai contribuiti erogati dalla stessa Regione».
Trapuzzano premette innanzitutto che «Il criterio di compilazione del Report è sempre lo stesso, e non è affatto cambiato dal 2013 al 2014. I dati che ci arrivano dai singoli comuni – ha spiegato a Lente Locale – vengono “processati” ovvero lavorati secondo i nostri criteri di calcolo (non riportati “tout court”, quindi) e tengono conto sempre dei dati oggettivamente riscontrati negli impianti di trattamento. Non è detto, infatti, che se un comune conferisce 100 di un determinato rifiuto, l’impianto di trattamento ne possa accettare 100: ne accetterà, ad esempio, 70, e noi riportiamo quest’ultimo dato. Noi, come Arpacal, rileviamo i dati, li calcoliamo e li pubblichiamo, in base alle direttive che ci dà la Regione Calabria».
Veniamo alla vexata quaestio del trattamento dell’umido da parte dell’impianto di Siderno.
Il professionista dell’Arpacal ammette che «Non è la prima volta che i Comuni sollevano delle problematiche relative alle percentuali pubblicate di raccolta differenziata, e il problema riguarda, essenzialmente, la frazione organica dell’umido, indicata col nostro codice 200108. E non è nemmeno inverosimile l’ipotesi che si possa procedere, su indicazione della Regione, a integrazioni dei nostri report. Sull’uscita fatta sulla stampa da parte del vicesindaco di Roccella, che a mio modo di vedere – ha riferito Trapuzzano – è stata impropria, mi corre l’obbligo di ricordare che comunque l’impianto di Siderno ha lavorato, in tutto, oltre 7.000 tonnellate di frazione organica nel 2014; probabilmente, ci sarà stata una frazione che non è stato possibile lavorare ed è stata smaltita in discarica a Pianopoli insieme al “tal quale”, ovvero come rifiuto indifferenziato, ma questo dipende dall’ordinanza emanata a fine 2012 dalla Regione Calabria».
Trapuzzano conclude spiegando che ora la questione va affrontata tra i Comuni che hanno delle rivendicazioni da fare sulle percentuali di raccolta differenziata fatta e la Regione.
Una sorta di “negoziazione” a livello di singoli Comuni e la Regione per vedersi riconosciuto qualche punto di percentuale in più sul dato complessivo della raccolta differenziata.
Insomma, avremo tempo ancora qualche settimana per assistere a questo vero e proprio “Toto”-percentuale, in attesa del Report Arpacal 2014 “versione 2.0” che darà, presumibilmente, nuove indicazioni sulle percentuali di differenziata di ogni singolo comune.
P.S.: tornando a quando pubblicato nei giorni scorsi da Lente Locale sulla questione, dando spazio sia al comunicato di Zito che a quanto riferitoci dal suo omologo locrese Raffaele Sainato, sul tema delle discrepanze tra i dati comunicati dai singoli comuni e report Arpacal, per il 2014 proprio nella sezione relativa a Locri, mancano i conferimenti dei rifiuti differenziati più comuni, come carta e cartone (43,959 tonnellate nel 2013), imballaggi in vetro (19,031 nel 2013) e in plastica (31,502 nel 2013), RAEE domestici (5,97 nel 2013), e multimateriale (25,243 nel 2013). Che fine hanno fatto questi rifiuti differenziati nel 2014? E’ solo un problema burocratico di comunicazione e ricezione dei dati inviati dagli uffici?
Per la cronaca, il Report 2014 Arpacal tiene conto, per Locri, di sole 17,32 tonnellate di frazione organica dell’umido, 79,36 di rifiuti di giardini e parchi e di 11 quintali di ingombranti a recupero, per una percentuale complessiva di 1,79%.
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