Otto giorni ancora e la Chiesa Matrice riprenderà vita grazie alla riconsacrazione ed alla riapertura al culto operata dall’Ordinario diocesano, che sarà accolto nella chiesa di San Francesco giovedì 18 aprile, alle ore 17.30, da dove poi muoverà la processione, con in testa San Giorgio, il santo protettore di Stilo, verso la chiesa Matrice ubicata in piazzetta Duomo. Alle 18.30 ci sarà il nuovo, e tanto sospirato, “start” alla vita dell’edificio liturgico tanto caro agli Stilesi dove diverse generazioni sono nate, cresciute e vissute, per riprendere da lì, da dove si era rimasti riprendendosi Stilo.
di Antonio Baldari
Ventisette, lunghissimi, anni. Un’enormità, una vita per ritornare in quello che è stato per diversi lustri il Duomo di Stilo, o chiesa Matrice che dir si voglia, la chiesa degli Stilesi particolarmente quelli abitanti la parte storica della “Città del Sole”, che un tempo si appellavano “susòti”, nel mentre nella parte bassa o nuova era fiorente la chiesa di San Francesco d’Assisi per lo più frequentata dai “vasciòti”; distinzioni d’un tempo che oggi non sono praticamente più, con il centro storico in buona parte deserto o non abitato come un tempo, e con la vita paesana che si sviluppa in particolare nella zona, per l’appunto, nuova.
Otto giorni ancora ed il Duomo riprenderà vita grazie alla riconsacrazione ed alla riapertura al culto operata dal vescovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, che sarà accolto nella predetta chiesa di San Francesco giovedì 18 aprile, alle ore 17.30, da dove poi muoverà la processione, con in testa San Giorgio, il santo protettore di Stilo, verso la chiesa Matrice ubicata in piazzetta Duomo.
Per tutti gli Stilesi di buona volontà, in special modo per coloro che vantano qualche capello grigio-bianco in più, inevitabilmente si riavvolgerà il nastro di ciò che è stata Stilo a ritroso, fino a quaranta-cinquant’anni fa, quando si aveva quali stelle polari della fede don Peppino “professore” Ciampa nella parrocchia di San Francesco d’Assisi e l’arciprete di Stilo, monsignor Domenico Lorenti, lui originario di Bivongi ma che rimase per ben ventisette anni nella parrocchia di San Giorgio martire prima di prendere la via della diocesi di Catanzaro-Squillace quale vicario di monsignor Antonio Cantisani.
Ricordi che si sovraffolleranno nel presente odierno, non dimenticando soprattutto monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo della diocesi di Locri-Gerace, che diede inizio al cantiere aperto all’inizio degli anni Duemila, grazie alla somma di 1milione e 83mila euro concessi dall’allora ministro della Cultura, Urbani; tutto ebbe inizio da lì ancorché vi siano stati ulteriori interventi rispetto a ciò che affiorava dalle fondamenta del Duomo stilese, costruito su una preesistente chiesa paleocristiana.
Tracce di grande spessore artistico di affreschi che hanno via via rivisto la luce che però, prima di arrivare a quest’oggi, hanno palesemente incontrato diversi pantani in cui hanno rischiato di rimanerci invischiati molto a lungo; grazie all’intervento di monsignor Oliva, validamente supportato dall’Ufficio dei Beni culturali della diocesi, si è potuto intervenire presso la Conferenza Episcopale Italiana che ha alfine messo a disposizione ben 160mila euro, pari al 70 percento della spesa, compresa nell’8 per mille di donazione dei contribuenti alla Chiesa cattolica.
Alle ore 18.30 della soprariportata data ci sarà il nuovo, e tanto sospirato, “start” alla vita della Chiesa Matrice, il cui cuore riprenderà a battere alla presenza del sindaco, Giorgio Tropeano; di tutte le Autorità civili, militari e religiose che all’uopo converranno, e della Comunità dei fedeli di Stilo, che riabbraccerà l’edificio liturgico a loro tanto caro dove diverse generazioni sono nate, cresciute e vissute per riprendere da lì, da dove si era rimasti, riprendendosi Stilo.