di Antonio Baldari
LOCRI – Scrivono praticamente in contemporanea ma entrambe denunciando quello che, a loro dire, “è una grave inadempienza di cui a pagare le conseguenze sono sempre i lavoratori”. La Federazione Sindacati Indipendenti da un lato, rappresentati da Barbuto, Calandruccio e Portulesi, e la segreteria reggina della Uil Fpl dall’altro, con Azzarà, Politanò e Simone, prendono carta e penna per sottolineare come “In riscontro alla nota prot. 9387 del 24/9/2015, pari oggetto, si fa presente che la scrivente Organizzazione Sindacale (Fsi, ndr), in sede di contrattazione decentrata, ha più volte sollecitato la necessità del controllo automatico delle presenze del personale – si afferma – oggi a pagare ingiustamente le conseguenze sono come sempre i lavoratori i quali a causa delle inadempienze delle varie Amministrazioni dell’ASP si vedono bloccato il pagamento delle indennità accessorie (straordinario, pronta disponibilità, festivi, ecc.) che hanno effettuato su esplicita richiesta dei dirigenti responsabili. Tale decisione potrebbe portare gravi disfunzioni nell’espletamento dei turni di servizio mettendo a serio rischio i LEA garantiti fino ad oggi soltanto grazie al lavoro svolto dal personale con abnegazione e senso di appartenenza, la Federazione Sindacati Indipendenti, pertanto, chiede l’immediata rettifica della predetta nota – si conclude – nel senso che ai lavoratori , nelle more della fornitura degli orologi marcatempo, vengano regolarmente retribuite le indennità accessorie preventivamente autorizzate ed attestate dal Dirigente dell’Ufficio e/o Unità Operativa”.
Dal canto suo la Uil-Fpl non va giù meno dura della predetta sigla sindacale, con una lunga quanto meditata premessa infarcita di interrogativi posti alle Autorità medico-sanitarie competenti, ivi compresi il commissario per il piano regionale di rientro, Massimo Scura; il presidente Anac, Raffaele Cantone, ed in epilogo la procura regionale della Corte dei Conti di Catanzaro e la procura della repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, rimarcando come vi è “Ancora una volta il tentativo maldestro di far cadere sulle spalle dei lavoratori, incolpevoli, inefficienze e carenze di chi, preposto a tali scopi e per questo pagato, latita dalle sue responsabilità – scrive la succitata triade sindacale con Azzarà, Politanò e Simone – la sospensione del pagamento delle indennità al personale che le effettua non può essere la soluzione, i provvedimenti sanzionatori andrebbero presi nei confronti chi non è intervenuto per tempo per ripristinare gli orologi dove mancano e installarli dove non ci sono, ove si consideri che sono passati cinque anni dall’accorpamento delle tre ex-ASL. Invece assistiamo ancora una volta a doglianze e lamentele, ma mai nessuno che indichi colpevoli o responsabili, solo generiche accuse. Tutti colpevoli nessun colpevole – concludono – con la presente si chiede a tutti gli indirizzi, ognuno per la parte di propria competenza, di intervenire per porre rimedio a tutti gli abusi sopra elencati che sono solo una piccola parte delle problematiche dell’ASP di Reggio Calabria”.