di Adelina B. Scorda
CASIGNANA – Si è forse perso di vista l’obbiettivo primario alla lotta contro l’ampliamento della discarica di Casignana che sembrerebbe invece sfociare in una lotta per la primogenitura fra chi ha portato avanti questa battaglia producendo i migliori risultati.
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Una controversia apertasi qualche giorno fa e partita dalle dichiarazioni del sindaco di Bianco Scordino che metteva in dubbio la votazione unanime, contro l’ampliamento del sito di località Petrosi, da parte del consiglio regionale su proposta del consigliere De Gaetano del gruppo del PD. Affermazioni aggravate dalle dichiarazioni a mezzo stampa del consigliere regionale Pietro Crinò. Quello che doveva apparire come un semplice atto d’indirizzo alla giunta regionale assume i connotati del pomo della discordia. Carte su carte che attestano la veridicità della votazione, negata, e ci sarebbe da capire su quale base, da altrettanto autorevoli fonti. Dichiarazioni contrastanti quasi a tentare di rendere opinabile l’oggettivo. Un caso che scoppia sui giornali che riportando la notizia creano subbuglio, malumori e fastidi. Bisognerà, viste le conseguenze, stare attenti a quel che si scrive, le verità sul piatto non sono altamente digeribili. E mentre due consiglieri, uno alla maggioranza e l’altro all’opposizione, affermano realtà completamente opposte verrebbe da chiedersi: dove sta la verità? Anzi, sarebbe proprio il caso di utilizzare il condizionale, questo perché proprio dalle carte emerse, e facilmente consultabili sul sito della Regione, fra i votanti a favore della mozione c’è anche quel partito che tifa per il presidente e che ha approvato la mozione che propone il blocco dei lavori d’ampliamento della discarica di Casignana. E allora interessa veramente la sorte della discarica di Casignana e ancor più dei cittadini o vale maggiormente portare le bandiera della vittoria di una guerra o di chi ha vinto e perso solo battaglie? Sindaci, circoli di partiti si scagliano contro la discarica mettendo alla gogna anni di gestione inconcludente di un’emergenza rifiuti atavica, ma pochi fra i paladini dell’ambiente hanno in 16 anni di emergenza attuato sistemi virtuosi di smaltimento. Si attendono le grandi opere, copiosi finanziamenti, progetti piloti, idee rimaste attive solo sulla carta. Quali sorti, a chi le colpe, dove l’errore?
“L’informazione sbaglia deve stare attenta a ciò che scrive”. Al limite dell’inverosimile, ci si chiede, di tutto non avranno mica colpa i giornalisti?