di Emanuela Alvaro
SIDERNO – La triade commissariale non ha fatto troppi giri di parole, per Siderno il prossimo futuro sarà il dissesto. L’unico modo per cercare di ridare alla cittadina una nuova vita amministrativa, sia contabile che economica. Francesco Tarricone, il presidente della commissione straordinaria, ha avviato i lavori dell’incontro chiesto da associazioni e partiti politici, spiegando da subito le motivazioni che hanno indotto a prendere questa decisione. «Visto che nei giorni scorsi ci sono state varie notizie ci è sembrato giusto che oggi sia dedicato a quella che, per me, non è un problema, ma un momento di giusta considerazione di una situazione per la quale si devono prendere delle decisioni».
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Il commissario Tarricone si è soffermato sul lavoro degli uffici, approfondire tutto ciò di relativo alla questione economica, risultata fortemente squilibrata, tale da non consentire a fine novembre l’approvazione del bilancio di previsione. «Da qui la necessità di dichiarare dissesto, anche se a me piace di più parlare di risanamento, necessità di mettere ordine nei conti, ripartire da un punto zero. Questo è essenziale».
Ripartire da un punto zero perché del pregresso, dal 2012 andando a ritroso, se ne occuperà un organo straordinario di liquidazione.
Una decisione, quella del dissesto, dettata anche dalla pressione della Corte dei Conti che, vista la situazione generale, in un certo senso, ha fatto intuire che se non avesse proceduto con il dissesto la Commissione, lo avrebbe fatto la Corte stessa. A questo stato non roseo si è aggiunta la relazione del collegio dei revisori dei conti che ha elencato tutta una serie di criticità, residui attivi e passivi di dubbia esigibilità, contenzioso di importo elevato e tanti altri fattori, indice sintomatico di gravi irregolarità.
«Siamo di fronte ad una mancanza di liquidità, di cassa, in pratica di ossigeno – ha continuato il presidente della commissione –. Dal 2000 ad oggi è stata prodotta la massa debitoria che ha dato origine a tutto questo. Siamo riusciti a pagare tutti i debiti di fornitori e prestatori di servizi, però c’è una differenza ancora da fronteggiare, a questo si aggiunge tutto il resto».
Il presidente, così come gli altri due componenti della triade commissariale, Maria Cacciola e Eugenio Pitaro, hanno posto l’accento sulle altre possibilità, tra queste il predissesto che di fatto, in base alla loro valutazione, non farebbe altro che aggravare la situazione, con il rischio solo di prolungare l’agonia dell’Ente. Ai presenti hanno sottolineato, perché più volte emerso, anche le differenze con Locri ed in generale con altri Enti in condizioni non migliori.
Diversi gli interventi tutti abbastanza increduli che questa cosa stesse effettivamente accadendo. «Vi chiediamo di riflettere sulla condizione socio economica di questa società. Molti imprenditori – ha affermato Pino D’Agostino dell’Unsic – sono allo stremo, la situazione economica è grave. Siderno ha rappresentato un faro per moltissimi decenni per tutto il territorio, se è in queste condizioni figuriamoci gli altri. Sopporterebbe la cittadinanza tutto quello che il dissesto comporterà? Guardate il trend delle riscossioni in un comune amministrato da commissari negli ultimi tre anni. Il problema fondamentale è che il comune non riesce a riscuotere, neanche i pagamenti regionali. Speriamo che la commissione incaricata di gestire il dissesto senta i cittadini e cerchi di evitare che le strutture imprenditoriali crollino».
E a chi ha chiesto le conseguenze che comporterà il dissesto, ha risposto Aurelio Filippone del Collegio dei revisori dei conti. «Ci saranno due bilanci uno fino al 2012 e uno che parte da zero. Uno spartiacque! Si quantificherà quanti sono i debiti, si contratterà con i debitori e si cercherà di fare fronte a tutto. La nuova amministrazione si troverà un bilancio pulito senza i fardelli del passato, diventati ingestibili. Ai 33 milioni già conteggiati ce ne sono altri 11 mai messi in bilancio. Residui attivi che devono essere stralciati.
Una situazione insostenibile per cui non c’era altra soluzione. In più nel 2009 quando Siderno venne premiato come comune virtuoso, di fatto è stato possibile perché le carte erano nei cassetti. Debiti di cui non si conosceva l’esistenza».
A prendere la parole l’ex sindaco di Siderno, Riccardo Ritorto. «Ho rispettato la scelta, ma non l’ho condivisa fino a quando non vi ho ascoltato e capito l’urgenza nel dover rispondere alla Corte dei conti. Ma quello che accade a Siderno sta succedendo a livello nazionale, ma non tutti prendono la stessa decisione».
Ritorto ha ricordato il percorso fatto, nonostante la malattia, scoperta durante la campagna elettorale e la decisione di dimettersi prima di tutto per l’avviso di garanzia a suo carico. Si è domandato perché, chi ha amministrato prima di lui, e molte volte durante la riunione è stato sottolineato fossero anche altri commissari, non ha preso questa decisione e la responsabilità di farlo.
«Se il dissesto porterà ad una rivoluzione culturale ben venga. Ma significherà impossibilità di contrarre mutui, e pagare per intero i servizi. Quindi sarà indispensabile che le tasse li paghino tutti e non i soliti noti. Per questo io sono scettico. Un milione di metri cubi di acqua che si perdono chi li pagherà? Il debito che gli amici di Locri ci devono come faremo ad esigerlo? Siamo stati un faro, ma un faro di imbecilli. Capisco che non c‘è altro da fare, ma il progetto non mi convince».
Alla sua si è aggiunta la voce di Pietro Sgarlato, nella precedente amministrazione assessore al bilancio. «Io sono pronto e mi assumo le responsabilità, ma per il mio periodo questa è stata minore rispetto a tutte le varie commissioni degli ultimi anni. Impossibile poter pensare che la riscossione arrivi al 100%, tutti gli enti locali si trovano nella stessa situazione».
Di grandissima esposizione debitoria di cui è stato fotografato solo l’esistente ha parlato Giuseppe Canino, responsabile dell’area economica. «Miriadi di debiti fuori bilancio, alcuni riconosciuti e non finanziati. Una miriade di residui che stazionano da anni con scarsissima possibilità di riscossione. Si chiederà ad ognuno nel proprio ambito di “remare” nella stessa direzione. Il Comune non può fallire, è sbagliato quando viene usato questo termine perché i servizi minimi lo Stato li deve garantire, ma se non si farà questo passo avremo difficoltà a garantire l’apertura delle scuole».
Prima della conclusione dell’incontro due gli interventi più viscerali. Il primo quello di Rosario Condarcuri che ha chiesto a tutti i presenti non d’accordo sulla linea adottata dai commissari di riunirsi e trovare un’altra strada alternativa per dare a Siderno una diversa opportunità e la seconda quella di Mario Congiusta, presidente della “Gianluca Congiusta Onlus”, «se c’è una cancrena si deve operare, piuttosto che morire preferisco zoppicare».
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