R. & P.
CATANZARO – 《La scelta del Governo Meloni di non rifinanziare la legge per il contrasto ai disturbi alimentari è grave e insensata. Denota una sottovalutazione di un fenomeno che in Italia ogni anno miete vittime soprattutto tra i giovani e andrebbe contrastato con misure efficace e strumenti idonei e duraturi che hanno bisogno di fondi per poter essere messe in campo. Neppure la tardiva proposta del ministro Schillaci che proprio ieri ha annunciato che nel decreto Milleproroghe saranno previsti dei fondi ad hoc convince e risolve. Anzi, lascia aperte una serie di questioni che andranno risolte, come quella del pagamento dei ticket per molte indagini e terapie o del fatto che le cure saranno gratuite solo negli ospedali, e non per chi non necessita di ricovero. E naturalmente del fatto che i dieci milioni promessi dal ministro non sono affatto sufficienti a contrastare la malattia. Questa patologia è subdola e maligna e ha bisogno di un team di esperti della salute mentale (e non solo) per poterla combatterla per cui non basta un intervento una tantum,a fondamentale la presa in carico nel percorso assistenziale che può avvenire solo inserendo i disturbi alimentari come patologia autonoma, nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La mozione del Partito Democratico presentata in Regione vuole appunto sottolineare proprio la gravità di questa patologia e la superficialità, a tutti i livelli, con la quale si tenta di affrontarla. Bisogna capire, come recita la mozione del PD, che siamo di fronte a una epidemia silenziosa che per essere fronteggiata adeguatamente ha bisogno di una vera e propria rete di cura del Servizio Sanitario Nazionale mentre le scelte del Governo vanno in direzione contraria. Per questo ritengo sacrosanta la protesta organizzata dagli studenti di tutta Italia che ci sarà domani 19 gennaio, da Vicenza a Catanzaro, da Torino a Bari. Una mobilitazione promossa dall’Associazione “Chiedimi come sto” e “Rete degli Studenti Medi” che testimonia come i giovani abbiano capito prima e meglio di chi li governa, la serietà di questa malattia. Naturalmente noi al Sud stiamo, come al solito, peggio perché rispetto alle altre regioni del resto d’Italia viviamo situazioni di arretratezza storica per quanto riguarda la sanità e i disturbi alimentari non sfuggono. A fronte di elevate professionalità e competenze, manca come al solito una gestione efficace sostanziata da una rete integrata reale e non solo sulla carta. Il ministro, è giusto osservarlo, ha cercato di correggere la scelta miope operata dal suo governo sotto la pressione dal movimento studentesco e dall’opposizione che ha riportato al centro dell’attenzione la questione. Ora dobbiamo convincere il Governo a pensare seriamente a come contrastare questa patologia e a non considerarla come un nemico facile da sconfiggere》.
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, Consigliere Regionale del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Sanità