R. & P.
CATANZARO – Si sono positivamente conclusi gli eventi informativi avviati dal comitato per l’imprenditorialità femminile della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia con l’obiettivo di sensibilizzare le imprese turistico-ricettive sul tema dei disturbi alimentari. I corsi, organizzati sui territori di competenza dell’ente camerale, allo scopo di offrire un servizio innovativo per gli utenti hanno destato vivo interesse tra i partecipanti che hanno intravisto opportunità di miglioramento nell’accoglienza alla clientela, attraverso la predisposizione di appositi menù che integrano anche alimenti senza glutine.Esattamente questo lo scopo che il comitato per l’imprenditorialità femminile si era prefissato di raggiungere per creare un modello maggiormente inclusivo d’ospitalità e non solo durante la stagione estiva e in vista, dunque, di un aumento delle presenze turistiche in Calabria.
I corsi continueranno, infatti, anche nei mesi invernali per offrire agli imprenditori i giusti strumenti per renderle competitive sul mercato e per incrementare i livelli di conoscenza sui temi dell’alimentazione.La formazione è stata assicurata da professioniste esperte della patologia e della gestione della dieta senza glutine in ambito ristorativo e ricettivo. I corsi sono stati appositamente organizzati per offrire ogni informazione utile alla preparazione di piatti senza glutine e ad una più efficace gestione del servizio.
Al termine degli incontri è emerso un reale apprezzamento da parte dei partecipanti, alcuni dei quali decisi a creare un menù integrato realizzato con farine gluten free ma potenzialmente gradite anche a chi non è affetto da disturbi dell’alimentazione. In conclusione, pietanze uniche e a tutti accessibili.«Si tratta di iniziative, al di là degli aspetti etici e connessi all’inclusione di persone con disturbi alimentari, che hanno anche un risvolto concreto» ha chiarito la presidente del comitato per l’imprenditorialità femminile, Antonella Mancuso.
«Dai dati emerge un aumento dell’incidenza della celiachia nella popolazione. Se prima il rapporto era di 1 a 120 abitanti, adesso è passato da 1 a 80. In sostanza, si va verso la necessità di accontentare una sempre più ampia fetta di mercato che altrimenti resterebbe esclusa. L’apprezzamento espresso dai partecipanti ai corsi indica l’esigenza di proseguire su questa strada. Per questa ragione, come comitato, abbiamo deciso di estendere le iniziative anche al periodo invernale per dare l’opportunità a quanti non hanno avuto modo di partecipare di poterlo fare nei prossimi mesi».