di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
SIDERNO – Parole che picchiano più del sole, fortissimo, che ha illuminato lo spiazzo in cui ha avuto luogo la giornata del ricordo delle Vittime di mafia, denominata “Le radici della memoria“; parole che hanno sicuramente suscitato qualche fremito negli abiti, nelle fasce tricolori, nei capelli e soprattutto nelle coscienze dei presenti. Don Luigi Ciotti, il fondatore e leader di “Libera” non le ha mandate a dire nel concludere la mattinata de “Le radici della memoria”. Il suo è stato, soprattutto nella seconda parte, un intervento politico. Nell’accezione più pura del termine.
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Don Ciotti, infatti, ha dapprima invitato i presenti a non limitarsi all’indignazione nei confronti di quello che non va, ma di metterci la faccia e cimentarsi in prima persona.
«Perché la politica – ha detto – va intesa nell’accezione più nobile, che è quello della carità pubblica, dello spendersi per la collettività ma soprattutto dei deboli, degli ultimi, di chi ha bisogno» e poi «La politica – quella buona – è trasversale, non ha colore né sigla di partito e i buoni politici (e quelli cattivi) si trovano in tutti gli schieramenti».
Quindi, il sacerdote, che nel pomeriggio torna in Puglia insieme alle famiglie degli agenti che composero la scorta di Giovanni Falcone, morti con lui in quel tragico 23 maggio 1992, ha concluso con un richiamo all’etica, quale valore fondante della condotta quotidiana di ognuno di noi, sia nella dimensione privata che pubblica «E non è – ha detto don Ciotti – il “codice etico” sottoscritto da alcuni partiti, che pensano che sia sufficiente buttare giù due righe per essere a posto dal punto di vista dell’etica».
E così, mentre il vento agitava gli aquiloni posti alla base del palco, in ognuno dei quali campeggiano i nomi delle vittime di mafia, don Ciotti ha ricordato che «Il più grande testo antimafia che sia mai stato scritto è la Costituzione della Repubblica Italiana, se solo la si osservasse».
Insomma, un discorso da leader politico quello del fondatore di “Libera”.
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Se la giornata intitolata “Le radici della memoria” ha vissuto un cambio di passo, dalla semplice commemorazione delle vittime innocenti, a un vero, brusco e autentico risveglio delle coscienze, il merito è soprattutto suo.