di Adelina B. Scorda
BENESTARE – ‹‹È giunto il momento che lo Stato prenda delle iniziative per garantire la sicurezza dei propri cittadini impegnati nella crescita economica e civile di questo territorio, cittadini però, maggiormente esposti a minacce dirette e velate da parte di quella subcultura ‘ndranghetista che si esprime non solo con i grandi traffici, ma che si manifesta anche in atti terribili come quelli perpetrati nei confronti della famiglia del sindaco Rocca e del sindaco di Bovalino Mittiga. Da qui la decisione di questa amministrazione di costituirsi Parte Civile in tutti i processi di mafia››. Inizia così con le parole di Domenico Mantegna vicesindaco di Benestare la straordinaria convocazione consiliare che ha raccolto in un’altrettanto inconsueta sede l’assise comunale tenutasi a Benestare.
Uno e uno solo il punto all’ordine del giorno: l’esame sulla situazione di ordine pubblico. Un modo per esprimere completa solidarietà al sindaco Rocca e alla sua famiglia,e a tutti gli amministratori colpiti da atti intimidatori nell’area della Locride, un momento voluto anche per discutere di quanto sta verificando all’interno della società civile non solo benestarese. Un dibattito aperto voluto da presidente del consiglio Daniele Nastasi affinché quanto accaduto, anche alla luce degli ultimi accadimenti che hanno coinvolto il sindaco di Bovalino Masino Mittiga, non rientri in quella lunga serie di atti che via, via perpetrati sono entrati a far parte di usi e costumi di una società figlia di una subcultura ‘ndrangehtista. Un assemblea che ha visto la presenza di una nutrita rappresentanza politica e cittadina come quella dal presidente dell’assemblea dei sindaci Giorgio Imperitura, del presidente del comitato Giuseppe Strangio, del sindaco di Casignana Pietro Crinò, del sindaco Tommaso Mittiga, della coordinatrice provinciale Laura Cirella. Ad apportare il loro sostegno Melania Colacresi, rappresentante del Movimento 5Stelle, Nino Mallamaci ex assessore all’ambiente a Reggio Calabria, Antonio Baio consigliere comunale di Polistena e Sabina Romeo rappresentante del mondo dell’associazionismo benestarese. Uniti per esprimere non solo la loro incondizionata solidarietà al sindaco Rocca, ma soprattutto per dire basta. Sembrerebbe essere diventata una consuetudine quella di dar fuoco alle macchine di amministratori o di loro familiari, ‹‹se continueremo così – ha dichiarato l’assessore Portolesi – credo che sarà molto difficile trovare qualcuno disposto a prendersi questa responsabilità. Siamo in un territorio che manca di risorse, stiamo regredendo sempre di più in tutti i settori degli amministratori disponibili a ricoprire questo incarico visto e considerato che già si lotta in territorio particolare senza risorse senza un tessuto sociale idoneo non capisco come in futuro potremo avere la presunzione di proporci come amministratori. Bisogna fare qualcosa ognuno di noi nel suo piccolo rinvigorendo il principio massimo della democrazia che è il rispetto verso l’altro››. Fatti accaduti che nell’arco di poche settimane hanno colpito ben tre sindaci della Locride: Rosario Rocca, sindaco di Benestare, Tommaso Mittiga, sindaco di Bovalino e Giovanni Pitteri, sindaco di San Giovanni di Gerace. Tre uomini un solo Stato, già perchè quando ad essere colpita è l’amministrazione di un comune è lo Stato che in realtà ad essere attaccato e i cittadini di cui è garante. ‹‹Siete lasciti troppo soli››, ha esordito Laura Cirella, nell’intervento volto a esprimere la vicinanza e la solidarietà del partito Sinistra Ecologia e Libertà. ‹‹Eravamo a cavallo delle elezioni politiche, proprio a Bovalino, nella Locride, Sel aveva deciso di chiudere la sua campagna elettorale, una scelta politica che manifestava la volontà di occuparsi, di stare in prima persona su questo territorio››. Nessuna intenzione di interrompere il mandato da parte di Rocca e dell’amministrazione che anzi ha ribadito un ancor più incisiva politica di legalità e rispetto.
Le dichiarazioni del sindaco Rocca in conclusione dell’assise popolare
‹‹Mai neanche per un secondo ho pensato a rassegnare le mie dimissioni a lasciare il mandato, noi siamo qui a rappresentare le classe deboli, a rappresentare quella Calabria migliore che deve esprimersi deve emergere con tutte le difficoltà che ci sono, sotto il profilo sociale, culturale scolastico. Quanti ragazzi ha perso questa società gli stessi che oggi si trovano con una pistola in mano o con un tanica di benzina pronta per incendiare una macchina, sono ragazzi che la società, la scuola pubblica ha perso, perché altri adulti li hanno indotti su un’altra strada e noi dobbiamo lottare affinché non accada più, perché la scuola torni a essere quella palestra di democrazia e d educazione. Ma qua siamo ridotti alle pluriclassi, i nostri ragazzi sono considerati dei numeri da una politica miope che non guarda alle esigenze di territori che non conosce›› Parla di politica e non di stato, perché ‹‹se io rimango qui è perché io lo stato lo voglio rappresentare, con onestà e con la schiena dritta come ho sempre fatto. Uno stato però meno commissariale, meno opprimente che sappia capire il territorio, ma soprattutto vogliamo che chi delinque, che la criminalità organizzata non trovi respiro su questo territorio. Vogliamo che questa gente venga individuata e consegnata alla giustizia, ci deve essere, oggi più che mai la certezza della pena, questo si aspetta la gente e queste sono le risposte che dobbiamo dare. Chi delinque non può e non deve rimanere a piede libero continuando ad agire indisturbato, noi Stato dobbiamo tutelare la gente onesta, solo così potremo costruire una Calabria diversa e lo possiamo fare solo se sinergicamente commineremo tutti insieme. Su queste cose non devono esserci divisioni politiche o partiti. A chi mi chiede se voglio continuare, rispondo Sì, perché non mi fa paura il balordo che va a incendiare la macchina, mi fa paura, però, la rassegnazione potenziale della gente, la rassegnazione collettiva, per dirla con le parole di Corrado Alvaro la più grande disgrazia della società è la convinzione che vivere onestamente sia inutile››.