di Redazione
LOCRI – La Locride, terra di contraddizioni, in cui la politica vive uno scollamento con i propri elettori, avendo per troppo tempo distribuito promesse e illusioni e abbandonando concretezza e onestà. La punizione che colpisce il territorio è il commissariamento degli Enti Locali e la macchia di comunità collusa è lo scotto da pagare per i cittadini locridei. Un’occasione si presenta il 31 maggio, se pur in soli cinque comuni si tornerà al voto. I cittadini saranno chiamati a esprimere la loro preferenza, il loro rappresentante. Questo è il più alto momento della Democrazia che non va sprecato, ma utilizzato con saggezza e lungimiranza. Qui si gioca il futuro delle nostre comunità. In questo delicato quadro politico e sociale si fa spazio la riflessione del Vescovo FrancescoOliva indirizzata a tutti i cittadini della Locride che a breve saranno chiamati alle urne
Di seguito la lettera scritta da Monsignor Oliva
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Carissimi sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli tutti,
vi scrivo in questo particolare momento in cui molte nostre comunità sono chiamate alle urne; si tratta di otto comuni, cinque dei quali tornano al voto dopo un periodo di commissariamento. A nessuno può sfuggire la delicatezza delle scelte da fare. Per questo sento il bisogno di scrivervi, sollecitando una riflessione sul bene comune e sull’importanza della partecipazione democratica.
Lo faccio consapevole che le nostre comunità soffrono le conseguenze di una mala politica, ripiegata su se stessa, spesso condizionata da interessi personali e da favoritismi clientelari. Il nostro territorio impone scelte lungimiranti, che tengano conto di una visione alta della politica, che non trascurino le tante emergenze presenti, in particolare il bisogno di lavoro, la richiesta di aiuto di tante famiglie, la carenza di servizi essenziali, la necessità di dare ospitalità e prima accoglienza ai tanti profughi e immigrati che sbarcano sulle nostre coste.
Lo scioglimento di un’amministrazione comunale per infiltrazione mafiosa è un segnale rosso di pericolo non solo per la governabilità di una comunità, ma anche per tutto il sistema democratico. Ma ancor più è segno di un malessere di fondo, che colpisce il nostro territorio, troppo spesso governato da persone senza scrupoli, che fanno del malaffare, del tornaconto personale e del perseguimento di loschi interessi il principio della propria azione. Tornare a riflettere sul bene comune, mettendo al primo posto le povertà e fragilità delle nostre comunità è urgente e deve aiutare ad aprire gli occhi e a vedere la politica come “la più alta forma di carità” (Paolo VI). Non possiamo lasciarci rubare la democrazia né lasciare l’amministrazione della cosa pubblica in mano di quanti non hanno il senso del bene comune. Lo dico a tutti, e soprattutto ai più giovani: amare il proprio paese è accettare il rischio, saper cogliere le sfide ed avere il coraggio di osare. Non lasciatevi rubare la speranza di essere buoni e onesti cittadini, e per questo siate capaci di volare alto.
Partecipazione e democrazia sono le parole d’ordine che devono guidare la nostra sensibilità. La Chiesa ricorda che “la partecipazione alla vita comunitaria non è soltanto una delle maggiori aspirazioni del cittadino, chiamato ad esercitare liberamente e responsabilmente il proprio ruolo civico con e per gli altri, ma anche uno dei pilastri di tutti gli ordinamenti democratici, oltre che una delle maggiori garanzie di permanenza della democrazia” (Compendio della dottrina sociale della chiesa, 190). Ciò comporta che ogni cittadino si senta parte attiva nella vita pubblica, che sia informato, ascoltato e coinvolto nell’esercizio delle funzioni che la politica svolge.
Sono davanti agli occhi di tutti le difficoltà delle nostre comunità e la sfiducia nelle istituzioni. Ed in aggiunta, non sempre i cittadini, specie i più giovani, sono convinti che le cose possano essere migliorate attraverso il semplice cambiamento degli uomini politici. Un senso di scoraggiamento e di pericolosa rassegnazione si aggira attorno a noi. Da esso ci si può liberare, recuperando il valore dell’azione politica come servizio del cittadino. Ma occorre soprattutto recuperare il senso del bene comune come prioritario rispetto agli interessi particolari. La politica salvi la politica. E i cittadini onesti sappiano appropriarsi di questo loro diritto, scegliendo per l’amministrazione della cosa pubblica uomini e donne intelligenti, capaci di impegnarsi e spendersi a favore del bene comune.
Nonostante lo stato di difficoltà del nostro territorio occorre reagire con coraggio e rifiutare ogni forma di amministrazione troppo accondiscendente ad interessi clientelari e dei gruppi di potere, di stampo mafioso, consolidando favoritismi e meccanismi di illegalità che portano a forme partecipative insufficienti o scorrette. Alle persone oneste è chiesto un supplemento di impegno civile, in modo da superare la diffusa disaffezione verso quanto concerne la vita sociale e politica. E’ vero: la dilagante corruzione che si registra in tante parti della sfera pubblica accresce la sfiducia e l’allontanamento dall’impegno politico. Ed in tale situazione va in crisi la democrazia, viene meno la voglia di mettersi in gioco e spendersi per il bene comune. Non smettete però di sognare che un mondo diverso sia possibile! E’ possibile sperare che, anche laddove sono evidenti e diffusi gli interessi e le forme di malavita organizzata, si possa dare priorità alla solidarietà nel suo valore di principio sociale ordinatore. E’ possibile – grazie all’impegno dei tanti cittadini onesti e laboriosi, che abitano questa terra, impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti. E’ quello che sogniamo per la nostra terra.
In questa direzione desidero incoraggiare tutti i cittadini capaci ancora di sognare: non sottraetevi all’impegno elettorale e non sottovalutate l’importanza del voto! Sia la vostra partecipazione alla competizione elettorale espressione di amore per la vostra terra. Non abbiate paura di scendere in campo e di lottare per migliorare lo stato delle cose. E soprattutto fate questo con la volontà di far risorgere la terra, che vi ha generato e alla quale, anche quando si è lontani, si desidera tornare. Non privatela del vostro impegno politico e del consenso democratico necessario a costruire una città più vivibile nel rispetto del valore della legalità e della partecipazione democratica. Non lasciate agli altri, ai furbi e malintenzionati, quello che ciascuno ha il dovere di fare. In nome della solidarietà e del bene comune. Costi quel che costi: non lesinate il vostro impegno per il bene del prossimo con la disponibilità anche a “perdersi” per l’altro, invece di sfruttarlo, e a “servirlo”, invece di opprimerlo per il proprio tornaconto. La Locride ha bisogno di questo: non lasciamoci rubare la democrazia e l’impegno per una società più giusta e solidale.
Locri 6 maggio 2015
Francesco Oliva