La cosa che è ancor più preoccupante è che se oggi è miope un under 14 su 3, nel 2050 lo sarà 1 su 2, crescendo, dunque, esponenzialmente tale livello di una“epidemia di miopia”, secondo la definizione data da Paolo Nucci alla conferenza di presentazione del III congresso nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso) svoltasi a Roma: la riduzione del tempo che si trascorre davanti alla televisione, al tablet o al telefonino fa bene da qualsiasi sotto qualsiasi punto di vista, e sarebbe sicuramente possibile farlo visto che molto spesso si tratta di attività inutili, per non dire proprio dannose, in definitiva non irrinunciabili.
di Antonio Baldari (foto fonte Avvenire)
Un tempo li si appellava i “consigli della nonna”, quelle vere e proprie “pillole di saggezza” che facevano sempre la differenza dalla sia pur piccola cosa per arrivare alla più grande; oggi si corre come matti e quei consigli non li si ascolta più ma la nonna continua ad avere ragione, sempre ragione! Come nel caso dello stare davanti alla tv o il leggere troppo “Perché ti si rovina la vista!” – ci continuano a dire e, come si diceva, la nonna non ha ancora una volta torto anche perché siamo sempre più miopi.
E lo siamo sempre prima, per una vera e propria epidemia quella di questo difetto della vista, che rende difficile o impossibile vedere da lontano e che può diventare un problema piuttosto serio nel momento in cui, nel quotidiano così come nella vita, vanno fatte delle scelte, tipo quelle che hanno riguardo al lavoro al punto che molte occupazioni richiedono i famosi 10/10mi posseduti da un occhio sano, quindi chi è miope ne è escluso a priori.
Ciò che però è meno conosciuto, oltre le cinque diottrie in meno, è che la miopia si associa ad una maggiore incidenza di cataratta e glaucoma, oltre ad una frequenza piuttosto reiterata relativa al distacco della retina, che costituisce un evento abbastanza grave, una delle cause più diffuse di perdita della vista; al riguardo, si stima che nel mondo oltre 2,5 miliardi di persone soffrano di questo difetto della vista, con un terzo di essi che è parte della popolazione europea.
La cosa che è, però, ancor più preoccupante è che se oggi è miope un under 14 su 3, nel 2050 lo sarà 1 su 2, crescendo, dunque, esponenzialmente tale livello che ci dice, in buona sostanza, di una “miopidemia” in corso, ovvero “Un’epidemia di miopia”, secondo la definizione data da Paolo Nucci, docente di Oculistica all’Università Statale di Milano, che lo ha recentemente ribadito alla conferenza di presentazione del III congresso nazionale della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (Siso) svoltasi a Roma.
Sembra che la colpa della suddetta “miopidemia” sia da addebitarsi ad alcune abitudini sviluppate dalle civiltà contemporanee, ma anche delle conquiste come, tanto per citare un esempio, l’istruzione per tutti; “Ciò che fa male è naturalmente il passare troppo tempo concentrati su libri e video a scapito dello stare, pochissimo, all’aperto – dice chiaramente il professor Nucci – quindi, sul banco degli imputati, ci sale anche lo studio, che costringe a leggere per molto tempo”.
Se, però, questo non è certamente qualcosa su cui si possa agire tornando indietro, il discorso è molto diverso per quanto concerne lo smartphone il cui uso si protrae per ore e ore, e per di più ad una distanza molto ravvicinata che ingenera pure dei problemi di postura costringendo il collo e la testa sempre piegati in giù, oppure la tv.
Insomma la riduzione del tempo che si trascorre davanti alla televisione, al tablet o al telefonino fa bene da qualsiasi sotto qualsiasi punto di vista, e sarebbe sicuramente possibile farlo visto che molto spesso si tratta di attività inutili, per non dire proprio dannose, in definitiva non irrinunciabili.