Esiste un dolore così forte e lancinante che il tempo non allevierà mai. E che nessun farmaco potrà mai sedare. E’ il dolore che provoca la morte quando ti sorprende alle spalle e ti impone di dire basta a tutto quello che di bello hai avuto dalla vita, anche se te lo sei saputo conquistare.
Il nostro amico e socio Gianluca Spagnuolo aveva proprio tutto: la gioventù, la salute, una fidanzata adorabile come la nostra collega Francesca Cusumano, il sostegno di una bella famiglia, e quello dei tanti amici.
Ha terminato la sua esistenza terrena ieri in tarda serata, nello spazio di poche settimane, lasciando tutti noi a chiederci “perché”? Com’è possibile che una giovane vita come la sua possa finire così presto, lasciando a tutti noi il vuoto incolmabile della sua assenza.
Beffarda e crudele. E vigliacca. Questa è la morte che ti sorprende alle spalle, tanto che non hai nemmeno il tempo di girarti, affrontarla e metterla al tappeto.
Ci manca Gianluca. Proprio tanto. Ci mancano i suoi modi garbati, il suo sorriso sempre acceso e l’incredibile capacità che aveva di farsi ben volere dagli amici,dai colleghi, dai parenti e anche dai clienti.
Era uno come noi. Convinto, come noi, che si potesse contribuire a migliorare questo pezzo di mondo senza sgomitare o fregare il prossimo. Chiedendo permesso e per favore. Perché siamo stati educati così.
Entrato in punta di piedi nell’associazione che edita questa testata, era diventato ben presto uno dei suoi perni. Aveva voglia di fare e faceva. Preciso, puntuale, determinato. Era diventato l’uomo in più di questa squadra.
Gianluca l’amico e il collega. E il compagno dei pomeriggi passati da degenti ospedalieri in due stanze attigue. Chi l’avrebbe mai detto, un mese fa, che le nostre strade si sarebbero divise per sempre e all’improvviso, fino all’ora più straziante, quella vista dal vetro di un reparto di rianimazione. Eravamo tutti li’, ieri, a sperare in un miracolo che non sarebbe arrivato. A cercare conforto e speranza in uno sguardo o nei numeri dello schermo dei macchinari.
E a osservare quei due gentiluomini d’altri tempi del padre e del suocero avvicinarsi e toccargli la fronte, fino alla scena che rimarrà indelebile nella nostra memoria: la carezza di Francesca, grande amore della sua troppo breve vita e nostra sorella alla quale forse non riusciremo mai a dimostrare abbastanza il bene che le vogliamo.
Sappi, Gianluca, che quella carezza era anche da parte nostra.
Riposa in pace, caro amico. Gli angeli ti stenderanno il tappeto del benvenuto come si fa a chi in vita è stato buono.
Lo sappiamo, questo non ti sarebbe piaciuto: ma oggi non si lavora. Oggi Lente Locale e’ in lutto perché esiste un dolore che è più forte del diritto-dovere di informare.
Preferiamo stringerci attorno al dolore delle famiglie Spagnuolo e Cusumano.
Fino alle ore 12 di domani la salma si trova nella camera ardente allestita alla morgue dell’ospedale di Locri. I funerali avranno luogo domani, mercoledì 4, alle 15 nella chiesa di San Nicola ex Aleph a Roccella Ionica.
“La Mandragola” un’opera senza tempo, fra bugie e inganni (Immagini e Video)
di SIMONA ANSANI - Immagini e Video di Enzo Lacopo © 2024 LOCRI - "La Mandragola" ha divertito e trasportato...
Una carissima brava persona, anche se conosciuto per poco. R. I. P.
Io non lo conoscevo ma so che era un caro amico oltre che bravo collega della mia cara nipote Simona e poi me ne ha parlato tanto mia sorella che quasi mi sembra di averlo conosciuto. Per cui mi associo al dolore dei familiari e degli amici più cari
Era il figlio di mio cugino Aldo.
Purtroppo ,causa lontananza geografica,l’ho visto solo una volta da bambino.
Io e tutta la mia famiglia siamo sconvolti.
Non ho il coraggio di chiamare Aldo.
L’ho saputo così da Facebook, lo conoscevo da molti anni, anche se non ci siamo frequentati molto.
Un caro ragazzo davvero…