di Gianluca Albanese (ph. Melito Tv)
BOVA MARINA – Pasquino Crupi non c’è più. L’insigne studioso della cultura meridionale e calabrese, l’intellettuale anticonformista, il meridionalista senza veli e senza peli sulla lingua ci ha lasciato oggi a 73 anni dopo una lunga malattia.
Di lui ricorderemo lo spirito libero da uomo di sinistra lontano da certa ortodossia e quindi, da taluni, considerato “eretico”, il fine eloquio col quale arringava le piazze durante i comizi e incantava l’interlocutore con le parole che uscivano adamantine dalle nuvole di fumo originate dall’inseparabile sigaro, sempre tra le labbra. Arguto e diretto, il professor Crupi lottava contro le bugie di una certa politica e di una certa stampa, contro “l’ipocrisia di chi sta sempre, con la ragione e mai col torto”, tanto che non lasciava spazio a mezze misure: o lo si amava o lo si odiava. Il suo percorso culturale, fatto da numerose pubblicazioni tra cui una ricca antologia di letteratura calabrese, lo ha portato a collaborare e a dirigere alcune testate giornalistiche, e ad essere in contatto con diverse generazioni di operatori dell’informazione. Sapeva tutto di tutti, Pasquino. Conosceva il vissuto e il peso specifico di ogni penna che macchia d’inchiostro i propri spazi bianchi. Lo incrociammo l’ultima volta a inizio estate nella piazza della sua splendida Bova, col fisico minato dalla malattia ma la mente sempre lucida e acuta. Ci mancherà, come mancano quelli che hanno saputo trasmettere qualcosa a chi ha avuto la fortuna di conoscerli.