R. & P.
L’edilizia oggi è senza dubbio il comparto delle false illusioni. Il settore afflitto da proclami mediatici tanto importanti quanto utopistici, quali il Pnrr, le grandi opere strategiche, le infrastrutture, sta soffrendo in quanto le realizzazioni devono fare i conti con le gravi criticità ogni giorno più numerose.
Il comparto dell’edilizia pubblica, con i rincari dei costi delle materie prime come conseguenza dell’aumento della domanda, l’irreperibilità delle stesse, il caro energia e carburante, ha già pesantemente accusato il colpo, ma poi, a tramortirlo del tutto, ci ha pensato lo Stato con la sua incapacità nel mettere in campo misure strutturali e straordinarie per far fronte a queste gravi criticità.
Il risultato di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti, in quanto, a meno che non si sia affetti da grave miopia, è di tutta evidenza constatare le numerose gare pubbliche deserte, l’impossibilità di garantire un regolare svolgimento dei lavori in corso, i cantieri quasi fermi, l’aumento dei contenziosi e l’incremento delle richieste di cassa integrazione.
È forte e concreta la preoccupazione che diversi cantieri si fermeranno nel brevissimo periodo!
Che fine faranno i lavoratori attualmente in forza in quei cantieri? Come si dovranno gestire le richieste di cassa integrazione, considerato che oggi non si contempla tra le casistiche di concessione il rincaro dei costi delle materie prime e del materiale da costruzione?
Il Governo continua ad essere miope nei confronti di un settore che nel 2021 ha determinato la crescita esponenziale del Pil del nostro Paese!
Chiediamo pertanto al Consiglio dei ministri di dar vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato, così come ha già fatto la Francia stabilendo a monte un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare.
Chiediamo inoltre al Governo quantomeno di estendere la platea dei beneficiari alla Cassa integrazione anche al settore edile.
In assenza di interventi, migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato.
Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria