di Gianluca Albanese
PLATI’ – Dell’endorsement, in piena “Leopolda”, di Matteo Renzi alla giovane militante reggina del Pd Anna Rita Leonardi, autocandidatasi a sindaco di Platì alle amministrative del prossimo anno, abbiamo accennato nei giorni scorsi; abbiamo anche dato spazio al “fuoco amico” abbattutosi sulla Leonardi da parte di un’altra giovane democrat della provincia reggina, il segretario del circolo di Sant’Ilario dello Ionio Maria Simone. Abbiamo scritto dell’intenzione del Centro Studi Lazzati (manifestata dal suo presidente Romano De Grazia) di partecipare alle elezioni a Platì supportando giovani del luogo amanti della legalità e del dettato della norma che impedisce ai pregiudicati di fare campagna elettorale.
Oggi, vi offriamo una succosa anteprima.
“Futuro a Sinistra-Si”, il movimento fondato da Stefano Fassina, alle prese con una delicata fase di costruzione di un soggetto unitario delle forze che stanno a sinistra del Pd, parteciperà alla competizione elettorale.
Ancora è presto per immaginare il nome del candidato sindaco e della composizione della lista. Di certo c’è solo il grande interesse manifestato dai fassiniani calabresi sulla situazione a Platì, specie dal referente nazionale per la Calabria Pietro Sergi (in piedi, nella foto scattata lo scorso luglio), scrittore originario di Natile di Careri (a due passi da Platì) ma trapiantato a Imola da decenni che, dopo una lunga militanza nel Pd, ha seguito Fassina nel suo percorso.
Insomma, un politico di lungo corso pronto a spendersi per dare il proprio contributo ad amministrare una realtà che conosce bene e che merita di tornare ad avere organi eletti democraticamente dopo decenni di delusioni, abbandono e commissariamenti.
E soprattutto, emerge un gruppo di attivisti politici della Locride che non intende sfruttare il caso Platì come ribalta mediatica, ma vuole ricostruire una presenza democratica partendo dal basso.
Ancora è solo un’indiscrezione, ed è inutile parlare di ipotesi di alleanze, ma il fatto che qualcosa si stia muovendo a Platì e dintorni è già un segnale di vitalità democratica.
Almeno, questo è il nostro pensiero.
