La moglie dell’ex presidente Barak, il primo afroamericano della storia alla Casa Bianca, godrebbe dei favori di gran parte degli americani, di parte democratica naturalmente, che la vedrebbe bene sullo scranno più alto “a stelle e strisce”, lei, ex first lady che ha da poco compiuto sessant’anni – esattamente il 17 gennaio – che andrebbe a dare una ventata di vitalità, freschezza e lucidità rispetto all’attuale presidente, Joe Biden, le cui gaffes e/o distrazioni non sono affatto passate inosservate, la politica estera su tutte, oltremodo aggressiva, che sta dissanguando gli americani alle prese con reiterati esborsi nei riguardi dell’Ucraina, con milioni di dollari assegnati come fossero noccioline.
di Antonio Baldari (foto fonte La Stampa)
Mancano ancora otto mesi circa alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d’America ma da qualche settimana si fa più pressante il nome e, soprattutto, la candidatura di Michelle Obama; eh già, proprio lei, la moglie dell’ex presidente Barak, il primo afroamericano della storia alla Casa Bianca.
Che godrebbe dei favori di gran parte degli americani, di parte democratica naturalmente, che la vedrebbe bene sullo scranno più alto “a stelle e strisce”, lei, ex first lady che ha da poco compiuto sessant’anni – esattamente il 17 gennaio – che andrebbe a dare una ventata di vitalità, freschezza e lucidità rispetto all’attuale presidente, Joe Biden, le cui gaffes e/o distrazioni, chiamiamole così, non sono affatto passate inosservate.
Così come la politica estera su tutte, oltremodo aggressiva, che sta dissanguando gli americani alle prese con reiterati esborsi nei riguardi dell’Ucraina, con milioni di dollari assegnati come fossero noccioline, e più in generale di un Paese che ha imboccato la strada della violenza ad ogni costo, attaccando oggi questa domani quell’altra Nazione che sta urtando, e non di poco!, la suscettibilità del sia pur “contento” popolo degli Stati Uniti quando si è in guerra.
Perché non si può tenere botta a questo stato di cose che sta portando il mondo intero verso una sorta di “autoimplosione” che non piace, e da qui l’idea sempre più apprezzata della scesa in campo di Michelle Obama: nelle prossime settimane se ne saprà di più con l’America che attende, con il fiato sospeso, di potere abbracciare di nuovo un lungo periodo di pace. E che sia pace vera.