R. & P.
Tenuto conto che siamo in piena emergenza sanitaria per la pandemia da COVID-19, e considerando che la Calabria attualmente è in zona arancione per le carenze strutturali della sua sanità, risulta alquanto azzardata la decisione del Presidente facente funzioni Spirlì di indire le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e la elezione del Presidente della Giunta Regionale il 14 febbraio 2021.
Non vi è alcuna dimostrazione scientifica della discesa netta della curva dei contagi, anzi si ipotizza una terza ondata subito dopo le festività natalizie, tant’è che il Governo sta preparando un nuovo DPCM abbastanza restrittivo, vietando peraltro l’apertura delle scuole e lo spostamento tra Regioni (anche tra quelle cosiddette “in zona gialla”) e confermando il lockdown serale/notturno.
Pur riconoscendo la necessità di permettere ai calabresi il diritto di rinnovare gli organi di governo regionale, per superare la situazione di emergenza istituzionale (la morte prematura della Presidente Santelli), appare davvero frettolosa la scelta di indire le elezioni in tempi così stretti. L’urgenza appare ancora più paradossale se si pensa che in piena crisi sanitaria (Calabria in zona rossa) ed istituzionale (dimissioni del Commissario ad Acta), la nostra Regione ha dovuto assistere ad un balletto indegno di nomine per tre settimane prima che il Governo nominasse il successore.
In una situazione analoga, per non dire meno pericolosa (è riscontrato che la diffusione del Virus COVID-19 è meno violenta nei mesi tardo-primaverili rispetto a quelli invernali) il Governo è intervenuto rinviando il turno amministrativo previsto per fine maggio a settembre 2020, con apposito Decreto Legge, nel quale le motivazioni erano:
- evolversi della situazione epidemiologica, del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi e dei decessi notificati all’OMS;
- necessità di garantire lo svolgimento di consultazioni elettorali per l’anno 2020 in condizioni di sicurezza per i cittadini;
- intervenire con urgenza, al fine di evitare, con riferimento all’espletamento delle suddette procedure, fenomeni di assembramento di persone e condizioni di contiguità sociale al di sotto delle misure precauzionali adottate, ai fini del contenimento alla diffusione del virus.
Alla luce di tutto ciò, ribadiamo la necessità che il Governo intervenga tempestivamente per garantire l’esercizio di un processo di partecipazione democratica limpido e regolare in Calabria; pensiamo non soltanto alla raccolta delle firme per la presentazione di una lista, peraltro da autenticare davanti ad un notaio o un pubblico ufficiale, ma anche e soprattutto a riunioni, incontri, comizi, iniziative politiche con possibilità di ampia partecipazione, che in queste condizioni non sarebbero affatto garantiti (le norme vietano gli spostamenti tra comuni e impediscono assembramenti).
Non intervenire significa avvilire la democrazia in una Regione sofferente e che ha un bisogno estremo di sostegno rispetto da parte delle Istituzioni nazionali. Il rimandare di qualche mese la data delle elezioni, magari facendola coincidere con quella delle Amministrative di primavera, non produrrà effetti più disastrosi di quelli che potrebbero derivare, invece, dalla più che probabile diffusione della pandemia per effetto del decreto di indizione delle elezioni per il 14 febbraio 2021.
Chiediamo quindi al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Interno, ai Ministri per gli Affari Regionali e le Autonomie, della Giustizia e dell’Economia e delle Finanze, di adottare apposito provvedimento di deroga alle normali disposizioni normative, affinché le elezioni di rinnovo del Consiglio Regionale calabrese e del Presidente della Giunta Regionale siano posticipate al turno “tardo primaverile” delle amministrative 2021.