di Gianluca Albanese
LOCRI – Il presidente del sindacato datoriale Ascoa Fabio Mammoliti ha scritto a una serie d’interlocutori istituzionali per lanciare un doveroso allarme su quella che è la crisi di liquidità che a breve attanaglierà le piccole e medie imprese, chiuse per le conseguenze del corona virus e le misure restrittive imposte dal Governo nazionale e dalle Regione per limitarne il contagio.
Per Mammoliti, il rischio è quello che molte persone, per poter soddisfare i bisogni elementari possano ricorrere all’usura per avere un minimo di liquidità.
Un rischio tutt’altro che fantasioso. Ecco perché riteniamo utile pubblicare integralmente la lettera inviata da Mammoliti.
«Al Ministro dello Sviluppo Economico
Al Ministro dell’Economia
Al Presidente della Regione Calabria
AIl’Assessore alle Attivita’ Produttive della Regione Calabria Al Prefetto di Reggio Calabria
Al Sindaco della città Metropolitana di Reggio Calabria
Al Presidente della CCIAA di Reggio Calabria
Al Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana
Ai Consiglieri regionali Raffaele Sainato e Giacomo Crino’
E pc. a Sua Eccellenza il Vescovo della Diocesi Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva
Alle testate giornalistiche
L’ASCOA lancia l’allarme liquidità e l’elevato rischio usura per commercianti e artigiani, con necessità di prestiti a lungo termine, anche in deroga al rating bancario e alle direttive comunitarie “BASILEA 1,2,3”
La grave emergenza sanitaria che oggi sta paralizzando l’Italia intera, se da una parte ci costringe a rimanere tutti a casa, per ovvi e sacrosanti motivi di salute pubblica, dall’altra ci induce ad una forte preoccupazione circa il livello di liquidità necessario per vivere in questo periodo di paralisi totale dei rapporti economico-sociali .
La doverosa chiusura, imposta dal governo, di gran parte delle attività commerciali, a cui si aggiungono gli operatori costretti alla chiusura per motivi di opportunità, dovrà essere accompagnata da vigorose misure che abbiano come obiettivo principale di assicurare liquidità ai piccoli operatori economici.
Il decreto Cura Italia affronta l’emergenza economica con importanti sforzi cercando di garantire un minimo vitale a molte categorie, tuttavia lascia scoperte le esigenze di tanti piccoli operatori economici che, abituati a vivere degli incassi giornalieri e settimanali, oggi non hanno il necessario per affrontare la giornata. Le misure di sospensione e rinvio in materia fiscale ed il piccolo sussidio di € 600,00 sono estremamente importanti, ma non sufficienti. Oggi, ai disoccupati ed alle categorie disagiate, dovranno aggiungersi, purtroppo, anche i tanti piccoli commercianti e piccoli artigiani, che per necessità pubblica hanno dovuto chiudere bottega. Tanti di loro in questo periodo dovranno onorare gli impegni commerciali in scadenza dei propri fornitori e devono, nel frattempo, far vivere le proprie famiglie. La prioritaria necessità di contenimento del virus sta causando, come effetto secondario, la totale assenza di entrate, soprattutto in quelle attività che vivono di economia locale.
L’ASCOA lancia, quindi, un appello affinché istituzioni locali, regionali e nazionali, istituti di credito, agenzie di sostegno della piccola e media impresa, creino strumenti di liquidità immediata per i piccoli operatori commerciali, avvalendosi anche delle disposizioni del decreto Cura Italia, ma senza il condizionamento dei rigidi criteri di valutazione del rating ( Basilea 1,2 e 3) , criteri che oggi non hanno alcun significato.
La predisposizione di aperture di credito, con prestiti di importo fino a € 30.000,0, rientri a lungo termine, a decorrere dalla fine dell’emergenza, e con un bassissimo tasso di interessi, finalizzati alle esigenze dell’impresa e anche della famiglia dell’imprenditore, potrebbe essere un importante sostegno provvisorio per garantire un minimo di liquidità.
Si tratta di un’emergenza sanitaria che dobbiamo affrontare principalmente con le armi della scienza, cercando di contenere il più possibile la diffusione del virus, ma sono necessarie anche le armi della politica per contenere un’altra emergenza, la mancanza di moneta, che potrebbe avere come effetto, e con un contagio a catena inarrestabile, la non riapertura di tantissimi negozi, oltre alla la messa sul lastrico dei titolari e delle loro famiglie.
L’ economia della Calabria, e più in particolare della Locride e dell’intero territorio reggino, non potrebbe sopportare le disastrose conseguenze di questo gravissimo momento, non avendo, purtroppo per le storiche e note problematiche del territorio, le difese e gli anticorpi in grado di favorire una tempestiva ripresa. Anzi, ed è questo un rischio molto elevato, in questo periodo gravi fenomeni d’illegalità, come l’usura, potrebbero rappresentare espedienti di immediata soluzione a danno degli imprenditori e del tessuto sociale, rafforzando, invece, quella catena di criminalità organizzata già molto attiva nel nostro contesto.
L’ASCOA auspica, quindi, un forte impegno delle istituzioni affinché si consideri per tempo l’importante rischio economico sociale e si intervenga, immediatamente, con estrema urgenza, adoperando tutti gli strumenti consentiti in materia bancaria e finanziaria e, soprattutto, prescindendo dagli accordi comunitari di Basilea.
Il Presidente ASCOA Associazione Provinciale Piccole e Medie Imprese
Fabio Mammoliti».