di Gianluca Albanese
SIDERNO – Lo stato di agitazione dei sindaci della Locride pemane. Nonostante la decisione del dirigente regionale del settore Ambiente della Regione Calabria Bruno Gualtieri, che dopo la lettera indirizzata dal presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Giuseppe Strangio, ha deciso di disporre la riapertura per dieci giorni dell’impianto di Siderno – unico in tutta la Calabria – per fare fronte alla decisione dei sindaci locridei che, al fine di scongiurare il rischio di un’emergenza sanitaria, erano pronti a chiudere tutti gli uffici pubblici qualora non avessero avuto l’autorizzazione a smaltire i propri rifiuti.
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E’ quanto è emerso al termine dell’assemblea di AssoComuni che ha avuto luogo questo pomeriggio a Siderno. Il presidente Strangio ha premesso che «L’ingegner Gualtieri, dopo aver letto la mia lettera, ha riconosciuto che i Comuni della Locride sono i più virtuosi per quanto attiene al versamento delle somme dovute alla Regione e sulla raccolta differenziata, e quindi ha deciso di derogare alla decisione di chiudere tutti gli impianti di smaltimento dei rifiuti di tutta la regione, concedendo dieci giorni di tregua solo all’impianto di Siderno. Certo – ha proseguito Strangio – dopo questi dieci giorni la situazione emergenziale si riproporrà, ecco perché lo stato di agitazione permane».
L’assemblea, al termine dei lavori, ha deciso di delegare il presidente del comitato Strangio, a compiere tutti gli atti di accertamento presso la Regione, per sapere che ne sarà dopo la tregua di dieci giorni concessa da Gualtieri, e, dopo un’operazione di accertamento delle somme dovute dai singoli comuni alla Regione, lo stato di agitazione proseguirà, tanto che non sono escluse manifestazioni eclatanti per difendere il diritto dei Comuni (specie quelli virtuosi che non hanno accumulato debito nei confronti della Regione) a continuare a smaltire i rifiuti nel proprio territorio.
Sullo sfondo, la possibilità, stante la legge regionale di recente approvazione, di creare un “sottoambito” di comuni locridei capace di gestire un sistema autonomo di smaltimento dei rifiuti per il quale il presidente Strangio ha già anticipato che è in atto uno studio di fattibilità.
Insomma, si prefigurano scenari fino a oggi inimmaginabili, che ridarebbero ai sindaci la possibilità di gestire in proprio la gestione dei rifiuti, con impianti rinnovati e un’indipendenza rispetto alla gestione regionale del sistema che finora ha penalizzato i territori che hanno dato di più, in termini di installazione sul proprio territorio di discariche, come la Locride, mentre altri territori, come il più volte citato Cosentino, avrebbero sempre evitato di assumere certi oneri.
Dopo l’introduzione del presidente dell’assemblea Imperitura e la notizia data dal presidente del comitato Strangio, della riapertura temporanea del sito di Siderno, sono stati molti gli interventi che si sono registrati.
Il presidente del consorzio di funzioni e di gestione Locride Ambiente Vincenzo Loiero ha ammesso che «La politica di gestione del settore negli ultimi 15 anni è stata fallimentare e servono – ha detto – proposte tali da programmare la gestione del settore nel futuro, a partire dall’ammodernamento degli attuali impianti, che non dovranno essere più discariche alla vecchia maniera, ma impianti capaci di produrre energia e sfruttare il compost».
Caustico il sindaco di Portigliola Rocco Luglio. che ha interpretato l’intervento di Loiero come un’ammissione del fallimento di Locride Ambiente e ha aggiunto che «Le soluzioni proposte da lui sono fuori tempo: l’unica strada fattibile è puntare sulla differenziata, mettendo finalmente in funzione l’impianto di Siderno che in quel settore non è mai stato attivo. Basta – ha concluso Luglio – con gli slogan elettorali».
E se il sindaco di Mammola Longo ha puntato l’indice contro la Regione «Specie i suoi tecnici incompetenti», il sindaco di Benestare Rocca ha rincarato la dose, dicendo che «La Regione, con l’arroganza dimostrata da Gualtieri in occasione della trattazione di temi che riguardano la mia zona, non ha saputo altro che dare quattro milioni per ampliare la discarica di Casignana e che è l’unico ente effettivamente inadempiente, altro che i comuni perché – ha concluso – servono delle isole ecologiche vere su questo territorio senza costringere i Comuni a dei trasferimenti onerosi in altre zone».
Il sindaco di Roccella Certomà ha invitato tutti a fare degli investimenti seri e coraggiosi sulla differenziata, anche accendendo dei mutui sulla questione invece che fare altre opere pubbliche, mentre il sindaco di Locri Calabrese è stato particolarmente caustico, quando ha detto che «L’assemblea dei sindaci sembra il 118: si riunisce solo quando c’è da affrontare qualche emergenza e non è vero che il mio comune deve oltre 4 milioni alla Regione: c’è un piano di rientro col commissario per l’emergenza rifiuti e vantiamo un sacco di crediti dalla Regione, specie sulla Tari dovuta dall’ospedale di Locri».
In vista delle elezioni del 23 novembre, poi, Calabrese ha invitato tutti «A votare per candidati seri e locridei», anticipando che «La Locride deve già pensare a un proprio sistema autonomo di smaltimento dei rifiuti, senza aspettare decisioni imposte dall’alto.
Il sindaco di Antonimina Condelli ha invitato i comuni che non sono morosi a difendere la propria capacità ad adempiere alle obbligazioni, mentre la sua collega di Agnana Furfaro ha difeso la scelta di puntare sulla differenziata «per ottenere – ha detto – piattaforme di smaltimento vicine ai nostri centri».
Nel trarre le conclusioni, il presidente dell’assemblea Imperitura ha dato il “la” all’idea di gestire come sottoambito i riifuti della Locride invitando i colleghi sindaci a coprire tutti i posti vuoti nel comitato esecutivo «affinchè questo soggetto – ha chiosato – possa tornare ad operare con efficacia» e ha invitato tutti i comuni a compiere in tempi brevissimi una ricognizione sulle somme effettivamente dovute alla Regione.
Il primo cittadino di Sant’Ilario Brizzi ha detto che «Dobbiamo fare come hanno fatto in Campania, laddove hanno delegato la soluzione del problema al Governo centrale, che tramite la Protezione Civile ha risolto il problema», mentre Strangio ha insistito sulla necessità di andare avanti nell’idea di elaborare un progetto per un sistema autonomo di smaltimento dei rifiuti in regime di sottoambito, da fare gestire in sede di comitato di AssoComuni integrato.
Calabrese ha invitato i colleghi a rivedere lo statuto di AssoComuni in tempi brevi per poi procedere al rinnovo di tutte le cariche associative, mentre Strangio ha accettato la delega dei colleghi e si è impegnato a monitorare costantemente la situazione in Regione e a convocare entro la metà della settimana entrante una nuova riunione sul tema.
A fine seduta, la riunione è stata aperta ad alcuni interventi del pubblico.
L’attivista del movimento 5Stelle Nino Tarzia ha posto l’accento sul fatto che «Stante la riapertura temporanea del sito di Siderno sembra che si voglia risolvere il problema riempiendo i due tunnel dell’organico attualmente vuoti», mentre la leader del comitato contro i miasmi dell’impianto di San Leo Mariarosa Tino ha detto a chiare lettere che «Se si va in questa direzione e si crea di nuovo cattivo odore dopo che per una settimana stiamo “respirando” saremo noi a bloccare l’impianto» invitando i sindaci a fare una denuncia collettiva alla Regione per l’uso giudicato incongruo dell’impianto di Siderno.