di Adelina B. Scorda
SIDERNO – Si alza la tensione in tema rifiuti e questa sera alla riunione urgente convocata dal presidente del comitato esecutivo di AssoComuni Giuseppe Strangio, i sindaci della Locride hanno espresso chiaramente il loro sdegno per quanto, in questi ultimi giorni, deciso dal dipartimento ambiente della regione.
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Calda, accesa e ricca di contenuti la discussione che oggi ha coinvolto i sindaci locridei che poche volte come oggi si sono visti uniti e concordi verso un’unica decisione: dare un segnale forte.
«La Locride è considerata alla stregua di una discarica e noi non abbiamo brillato nel rappresentare nel tempo la dignità di questo territorio. Questo è un assaggio della città metropolitana, di cui saremo soltanto un’ulteriore periferia. Coalizziamoci». È Antonio Longo, sindaco di Mammola, a stigmatizzare meglio di altri la situazione in cui si trova la Locride. «Il nostro territorio – ha proseguito – è stato scelto senza che nessuno di noi fosse interpellato come luogo in cui far conferire i rifiuti del Comune di Reggio Calabria», decisione che di fatto impedisce ai paesi del comprensorio per tre giorni a conferire i propri rifiuti nel sito di Siderno.
Secondo l’ordinanza regionale, infatti, solo Reggio avrebbe avuto la possibilità di conferire i propri rifiuti nella discarica di servizio di Siderno, ad oggi già in condizioni di estremo disagio, il sito, infatti, starebbe giungendo a saturazione. Questo a causa della chiusura temporanea della discarica di Pianopoli. Dell’ordinanza regionale, i sindaci locridei, non hanno avuto comunicazioni, gli unici ad essere avvisati sono stati, infatti, gli operai delle ditte e della discarica, ricevendo l’ordine di far conferire a Siderno solo i camion provenienti da Reggio.
L’ordinanza emessa dal dipartimento ambiente regionale prevedeva per oggi, sabato e domenica l’esclusivo conferimento all’impianto di contrada San Leo a Siderno per i soli rifiuti di Reggio Calabria. Così questa mattina alcuni Comuni, ignari dell’ordinanza emessa dal dipartimento ambiente della Regione Calabria, hanno visto i propri camion carichi di rifiuti tornare indietro, poiché respinti all’ingresso della discarica. È tanta l’indignazione tra i sindaci per questo «provvedimento tampone», come ha spiegato il presidente del comitato dei sindaci, Giuseppe Strangio, «chiesto dal Prefetto per Reggio Calabria. E’ stato definito un provvedimento “di solidarietà”. Ma la solidarietà si dà se viene richiesta, invece nessuno dei sindaci sapeva di questa decisione».
A complicare ulteriormente una situazione già di per sé delicata è la condizione del sito di Siderno, che già non lavora a pieno regime e si ritroverebbe, nel giro di tre giorni, intasata dai rifiuti reggini. I sindaci, su suggerimento di Giovanni Calabrese, hanno però in mente azioni eclatanti: bloccare la discarica qualora la situazione di disagio dovesse permanere. Una protesta che doveva essere avviata ma bloccata dal direttore del dipartimento ambiente della Regione, Bruno Gualtieri, interpellato dai sindaci che avevano tentato di chiamare a vuoto anche il Prefetto. Gualtieri, dopo aver chiarito di non poter revocare l’ordinanza, scatenando così l’ira dei sindaci, ha poi promesso che da lunedì tutto tornerà alla normalità.
Domani, dunque, verrà emanata un’ordinanza con la quale sarà consentito ai comuni della Locride di conferire nel sito di Siderno senza limiti di quantitativo e di tempo. Un provvedimento che pur non risolvendo definitivamente la situazione fa tirare un sospiro di sollievo ai sindaci, pur rimanendo in stato di agitazione. Monitorano la situazione e sono, tutti pronti a riunirsi in qualsiasi momento e reagire qualora le situazione dovesse evolversi negativamente. Le promesse di Gualtieri, però, per il momento sembrano scongiurare tale eventualità, anche se i sindaci non hanno affatto apprezzato i metodi scelti dalla Regione per attuare questa misura urgente a favore di Reggio Calabria. «Ci potevano essere sistemi diversi per dare la nostra solidarietà: a Reggio c’è un impianto gemello a quello di Siderno che è fermo. Perché?», si è chiesto Salvatore Fuda, sindaco di Gioiosa Ionica.
L’idea che serpeggia tra i sindaci è il provvedimento non sia per nulla provvisorio. «Dall’oggi al domani ci hanno esautorato dalla possibilità di conferire in discarica – ha affermato Strangio -. La solidarietà viene imposta solo ai sindaci della Locride, mentre gli altri non hanno questa sensibilità». Ad aumentare la rabbia è il fatto di aver saputo solo per caso di tale decisione. «Noi siamo solidali ma non vogliamo essere presi in giro – ha aggiunto il sindaco di Africo, Domenico Versaci. Dobbiamo alzare la voce: ci devono trattare da istituzioni, i nostri territori vanno tutelati e ci devono mettere in condizione di farlo».
Parole che trovano d’accordo anche il sindaco di Locri Calabrese, informato dalla ditta soltanto nella serata di giovedì. « «Non possiamo – ha detto a Lente Locale – pagare le colpe di chi si sta dimostrando incapace di governare il sistema di smaltimento dei rifiuti. Dobbiamo dare un segnale forte, magari bloccare le strade. E una volta risolta questa problematica dobbiamo andare oltre: il problema dei rifiuti va risolto definitivamente».
Rabbia, indignazione, sorpresa, delusione i sentimenti che aleggiano durante l’assemblea: «qui è stata calpestata la dignità delle nostre Comunità – sottolinea Domenico Vestito, sindaco di Marina di Gioiosa. Noi siamo visti come una discarica per gli altri. Lunedì l’assessore regionale all’ambiente Pugliano dovrà venire qui e spiegarci perché ha agito in questo modo, non ritenendo doveroso informarci. Hanno offeso le comunità». Una richiesta di solidarietà è arrivata anche da San Luca, che ha chiesto al sindaco di Bianco, Antonio Scordino, una mano. «Ho il camion pieno», spiega.
Gualtieri, dal canto suo, ha chiesto scusa, dichiarando però che quanto deciso non può essere revocato, secondo quanto comunicato ai commissari del Comune di San Luca che però non sono mai presenti in assemblea. «Questa cosa non può più essere tollerata – tuona Scordino – anche loro rappresentano la comunità, tra l’altro senza i nostri rischi. Abbiano l’accortezza di sostenere le nostre rivendicazioni. La discarica di Casignana si è saturata per gli stessi motivi, solo che invece di durare per pochi giorni è successo per mesi». E si toglie un sassolino dalla scarpa: «è accaduta nella totale indifferenza dei sindaci della Locride, forse perché il problema non era percepito. Ho condotto una battaglia solitaria, non solo per la quantità dei rifiuti ma anche per l’impossibilità di controllare la qualità dei rifiuti. È una responsabilità criminale quella del dipartimento ambiente: la Locride serve solo come discarica della Calabria. Senza dimenticare che forse in passato Casignana non è stata solo la discarica della Calabria e non sappiamo cos’è stato scaricato lì dentro. Io credo che la Locride avrebbe avuto la propria autonomia se non avessero lasciato scaricare tutti lì».