R. & P.
Mentre fervono le proteste legate alla proclamazione della zona rossa in Calabria si susseguono le sovrapposizioni e gli scontri tra le istituzioni coinvolte nella gestione della sanità regionale. Emergono chiare le impreparazioni ed i ritardi che, come sottolineato da numerosi servizi e reportage giornalistici, hanno posto la regione sotto i riflettori nazionali. Tra le emergenze non risolte, che stanno congestionando la macchina sanitaria regionale il tracciamento dei positivi, impossibile per la carenza dei laboratori disponibili all’espletamento dei tamponi; la mancata realizzazione dei percorsi preferenziali per i malati Covid, il ritardo per il previsto potenziamento delle previste terapie intensive, cui si aggiunge la dilazione nell’istituzione delle 37 USCA previste territorialmente.
Tutto ciò fa sì che nonostante sia stata decretata la zona rossa proseguono i contagi del personale medico che ora aumentano e di molto anche al GOM di Reggio Calabria, mettendo a serio rischio le azioni mediche necessarie per fronteggiare la pandemia come pure la normale attività ospedaliera. La situazione fa emergere la necessaria individuazione di nuovi reparti territoriali per fronteggiare l’emergenza da Covid19, come da più parti avanzato, recuperando strutture sottoutilizzate e chiuse. A livello locale, nella Locride potrebbe essere ripreso l’ex nosocomio di Siderno, che ridurrebbe il carico emergenziale dei pazienti che sta mandando in tilt il GOM di Reggio Calabria. Ma ciò che emerge con estrema urgenza è la necessità di realizzare una svolta nella mancanza di comunicazione ed integrazione tra i diversi livelli istituzionali coinvolti nell’emergenza. “La proposta percorribile facilmente e in breve tempo – sottolinea il Consigliere Regionale Raffaele Sainato – è l’attivazione di una Unità di crisi regionale, che metta in relazione gli attuali livelli di gestione del tutto scollati tra loro. L’Unità di crisi dovrebbe essere una cabina di regia che coinvolga costantemente la Regione, la struttura Commissariale, i Sindaci dei territori, la Protezione Civile e le Asp locali. Potrebbe – propone il Consigliere Sainato- fare capo alla Protezione Civile Regionale ed essere quindi in grado di gestire il flusso dei dati afferenti all’emergenza sanitaria e alla gestione dei servizi del comparto con cadenza costante sia essa giornaliera o periodica. Infine, fondamentale sarebbe il ruolo dei sindaci all’interno dell’Unità di Crisi, che coprirebbero un ufficio di ponte indispensabile per sopperire alle emergenze dei territori in ambito sanitario non solo in fase emergenziale”.