DI SEGUITO LA LETTERA INDIRIZZATA AL COMMISSARIO DELLA SANITA’ CALABRESE MASSIMO SCURA DA PARTE DI EDUARDO LAMBERTI CASTRONUOVO
Chi io sia e a che titolo parli, Lo chieda, cortesemente, alle 140.000 persone che ogni anno si rivolgono all’Istituto Clinico “De Blasi”, che ho fondato e dirigo da circa 40 anni.
Lo chieda ai 100 tra dipendenti e consulenti dello stesso Istituto.
In 40 anni di attività abbiamo realizzato una struttura multidisciplinare che dà risposte qualificate ed attendibili, arginando così, la migrazione diagnostica verso altri lidi lontani ritenuti migliori.
Abbiamo subìto ogni tipo di angheria vera e propria, da parte del potere politico di turno, che ha gestito le fasi autorizzative a suo piacimento, tanto che oggi il budget del reparto radiologia non supera i 200.000 euro (sic!) e quello del laboratorio è fortemente al di sotto della spesa che affrontiamo annualmente per il personale.
Siamo stati i primi, temporalmente, ad installate la TAC multislice e, per i giochi di cui sopra, non abbiamo mai ottenuto l’accreditamento, come peraltro nessuna struttura nella città di Reggio Calabria. Prova ne sia (cosa vergognosa) che il cittadino reggino non può usufruire del SSR per eseguire un qualunque esame TAC.
Con le nostre prestazioni, affidate a professionisti ai quali abbiamo dato la possibilità di lavorare in casa, senza emigrare, raggiungiamo diversi obiettivi.
Il primo è che salviamo vite umane quotidianamente.
Quelli che Lei chiama esami di basso livello, possono salvare, in pochi minuti, una vita. Un esame che costa meno di un cono gelato, per esempio la Troponina, diagnostica un infarto del miocardio in pochi secondi. Non solo.
La nostra opera diuturna, senza attese, drena tutta quella parte di popolazione che, altrimenti, si rivolgerebbe, intasandole, alle strutture di diagnosi e cure che sono quelle ospedaliere, con le quali collaboriamo al punto da mettere a disposizione gratuitamente i nostri strumenti ai colleghi ospedalieri in difficoltà momentanee e durature.
Altro effetto del nostro lavoro è quello che abbiamo il merito, e ce lo prendiamo tutto, di redistribuire più del 90 % di ciò che fatturiamo, alla Comunità, tra stipendi e indotto.
D’altra parte, se la gente sceglie le strutture come la nostra, un motivo ci sarà e Lei non può, con i Suoi decreti, inappropriati, illegittimi e, talvolta, vessatori e ricattatori, tarpare le ali a chi ha fatto della sua vita una vera missione sociale.
Lei sta demolendo, a colpi di decreti, basati su colossali bugie, un qualcosa che funziona, sia dal punto di vista medico che sociale.
I poteri di cui dispone, rievocano solo regimi dittatoriali, che mal si addicono ad un Paese che ha scelto la democrazia come forma di governo.
Mi auguro ci sia un Capo del Governo, un Ministro, che abbia il buon senso di destituirLa, perché i danni che Lei sta apportando alla gente di Calabria, sono gravi ed irreversibili. A tal punto che porteranno anche, molto verosimilmente, alla chiusura di strutture come la mia.
Infatti, i 100 dipendenti di cui mi avvalgo, i cui nomi e qualifiche, compreso il numero del libretto di lavoro, potrà trovare ovunque, anche sul sito internet, sono tutti validi e lavorano con me da non meno di 25 anni, con punte di 40.
Sono state avviate le procedure per il licenziamento collettivo. Ma chi scegliere? Grande dilemma. Risolto! Probabilmente tutti, non potendo scegliere..
Sono giunto a questa conclusione dagli insegnamenti della Bibbia. Muoia Sansone con tutti i Filistei!
Due parole, infine, per le sue bugie.
Ha falsamente affermato che Lei ha bloccato i rimborsi sulla base della mancata firma dei contratti, ma ha, colpevolmente, omesso di dire che in quei contratti ci chiede di rinunciare ad un’alta percentuale del fatturato 2017 e a rinunciare ad ogni forma di azione legale.
Due clausole vessatorie che rendono inqualificabile chi le ha concepite.
Mente, ancora, quando ci accusa di non so quale reato nel quale incorreremmo, all’atto in cui faremmo pagare ai pazienti le prestazioni, senza accettare l’impegnativa, allorquando il cittadino spende meno nel non presentarla.
Potremmo mai obbligare la gente a pagare di più, strappandogli di mano una ricetta che potrebbe benissimo non esibire?
Egregio Signor Commissario, invece di offendere la dignità dei professionisti, della gente e dello stato di necessità di chi è ammalato, veda di arginare le migrazioni della salute, di chiudere le strutture, anche fra le nostre, che non funzionano,e premi chi invece opera quale pilastro insostituibile della sanità sia pubblica che privata.
Abbattendo il budget, indiscriminatamente, senza senso e criterio, non facendo firmare contratti legittimi, Lei colpisce due elementi deboli della catena sociale: chi non ha le risorse per curarsi (per esempio gli esenti ticket) e i dipendenti che perderanno una opportunità unica nella loro Terra.
Ci accusa di strumentalizzare questi due concetti? Ridicolo.
Come potremmo erogare prestazioni gratuitamente e non pagare i dipendenti? A Lei la risposta, Signor Commissario.
Se dal Suo cappello a cilindro, invece di decreti, verranno fuori consigli utili, li accetteremo, ma ne dubito.
Reggio Calabria lì, 07 giugno 2018.
Dr. Prof. Eduardo Lamberti-Castronuovo
Direttore Istituto Clinico R.De Blasi di Reggio Calabria