Mentre alcune regioni del Nord vantano tassi di abbandono inferiori al 10 per cento, il Sud e le Isole registrano percentuali allarmanti, con Sicilia e Campania in testa; questa disparità territoriale riflette le difficoltà socio-economiche di alcune aree del paese e la necessità di interventi mirati. I numeri delle prove nazionali indicano che, circa la metà dei diplomandi, non raggiunge i livelli attesi in almeno una di queste discipline con punte negative, anche in tal caso, nel Mezzogiorno.
di Antonio Baldari (foto fonte Orizzonte Scuola)
Un problema ancora irrisolto, nonostante un significativo miglioramento negli ultimi vent’anni. È quanto attiene all’Italia in relazione alla dispersione scolastica, contro la quale continua a lottare con tassi di abbandono che la collocano tra i fanalini di coda dell’Unione Europea; infatti, da quanto si evince dai dati Eurostat del 2022, vi si rimarca che l’11,5 per cento dei giovani tra gli 11 e i 24 anni lascia prematuramente il sistema educativo, un dato quasi due punti percentuali sopra la media europea del 9,6%.
Ciononostante, l’Italia ha fatto passi da gigante rispetto al passato posto che, nel 2002, il tasso di dispersione scolastica era del 24%, più del doppio rispetto a oggi; il Paese ha superato l’obiettivo del 16% fissato dall’UE per il 2020 e punta a raggiungere il 9% entro il 2030: nonostante i progressi, la situazione rimane disomogenea in tutto il territorio nazionale.
Ed invero, mentre alcune regioni del Nord Italia vantano tassi di abbandono inferiori al 10 per cento, il Sud e le Isole registrano percentuali allarmanti, con Sicilia e Campania in testa; questa disparità territoriale riflette le difficoltà socio-economiche di alcune aree del paese e la necessità di interventi mirati.
Da sottolineare ancora come, oltre alla dispersione “esplicita”, ovvero l’abbandono scolastico vero e proprio, esiste un altro fenomeno preoccupante che è la dispersione “implicita”, con la quale si fa riferimento agli studenti che, pur completando gli studi, non acquisiscono competenze adeguate in materie fondamentali come matematica, italiano e inglese: al riguardo i dati INVALSI indicano che, circa la metà dei diplomandi, non raggiunge i livelli attesi in almeno una di queste discipline con punte negative nel Mezzogiorno.